La questione dei track limits è tornata al centro delle discussioni in F1 dopo le tante penalità assegnate durante il GP d’Austria.

L’edizione 2022 del GP d’Austria di F1, andato in scena come di consueto al Red Bull Ring, ha regalato emozioni e spettacolo a non finire. L’unica nota negativa dell’intero weekend, però, è stato il controllo severo ed ossessivo dei track limits, delineati dalla linea bianca. La FIA ha deciso, come anche a Silverstone, di permettere tre infrazioni a ciascun pilota, che poi avrebbe subito una penalità di 5 secondi alla quarta segnalazione. Ciononostante, la conformazione del tracciato e soprattutto quella delle ultime due curve (che presentano larghe vie di fuga in asfalto) ha naturalmente portato i piloti a commettere ben 43 infrazioni totali. I più “scorretti”, ossia Vettel, Norris, Gasly e Zhou, hanno dovuto scontare la penalità, che fortunatamente non ha modificato troppo il risultato finale.

Nell’arco del weekend i track limits hanno giocato un ruolo fondamentale anche in Formula 2 e Formula 3, dove la classifica finale è stata pesantemente influenzata proprio dalle numerosissime penalità. Nelle qualifiche della F1, inoltre, la mancata segnalazione di una violazione di Sergio Pérez in Curva 8, dove non erano presenti i sensori, ha generato una confusione enorme, dato che il messicano ha preso parte alla Q3 grazie ad un tempo che doveva essere cancellato. I commissari hanno poi riconosciuto il loro errore nella serata di venerdì, eliminando i tempi di Pérez e retrocedendolo al tredicesimo posto in griglia. Dopo un fine settimana così caotico, però, va da sé che i piloti hanno manifestato tutta la loro scontentezza nei confronti della Direzione Gara.

F1 Verstappen Baku

Max Verstappen, citato da Motorsport.com, ha affermato che: “La questione dei limiti della pista è stata ridicola questo weekend, non solo in F1 ma anche in F2 e F3. Dall’esterno è facile dire che dovremmo semplicemente non oltrepassare la linea bianca, ma in realtà è molto difficile. Quando si affronta una curva cieca a velocità elevatissima, è facile andare al di là del limite del tracciato se si ha un po’ di sottosterzo o le gomme si stanno consumando. Le curve in cui realmente si può andare più larghi sono solo due o tre, e forse nemmeno si guadagna del tempo. Non penso che ci dovrebbe essere questo tipo di controllo, anche perché si può essere penalizzati per essere andati oltre di un millimetro. Basterebbe mettere un muro o riportare la ghiaia. Anche dal punto di vista sportivo non è bello, perché se si allarga la traiettoria si perde comunque del tempo”.

Anche Lando Norris, uno dei piloti penalizzati, ha criticato nel post-gara l’applicazione severissima del regolamento, prendendola però con filosofia: “Capisco la necessità di controllare le ultime due curve, ma io ho ricevuto la penalità per essere andato oltre in Curva 1. In quella circostanza ho bloccato l’anteriore, sono finito sul salsicciotto e ho perso un secondo nel primo settore. In più devo anche essere penalizzato? Credo che perdere un secondo sia già più che sufficiente. In alcuni casi è una questione stupida, ma è così per tutti e serve anche per avere uniformità di giudizio. Noi piloti ne abbiamo discusso e l’anno scorso abbiamo ripetuto che vogliamo che siano controllati severamente e con un metro coerente”.

Nella giornata di sabato Pérez, raggiunto anch’egli da Motorsport.com, ha criticato duramente l’incoerenza della FIA nel monitorare le violazioni: “Ho sicuramente commesso un errore, ma penso anche di aver pagato il prezzo dell’incapacità della FIA nel monitorare nel migliore dei modi i track limits. La mia penalità è stata più dura del dovuto, perché ho anche utilizzato tutte le gomme a disposizione nel Q3 e ho dato il tutto per tutto. Però è una questione passata. Generalmente stiamo notando una certa mancanza di uniformità, quindi spero che ne potremo discutere con la FIA”.

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