F1 – Senna e l’infinita tristezza del primo maggio

Il primo maggio 1994 moriva Ayrton Senna da Silva, vittima di un drammatico schianto ad Imola. Ripercorriamo quelle giornate che hanno segnato il mondo dei motori e l’eredità che Senna ha lasciato alla F1.

Il primo maggio è la Festa dei lavoratori. Una giornata che riunisce le famiglie, famosa per le scampagnate e per l’aria primaverile che in breve lascerà spazio quella estiva. Fino al 1994, non vi era alcun velo di tristezza in coloro che si apprestavano a celebrare questa festività, ma in breve tutta l’allegria avrebbe ceduto il passo ad una tristezza impossibile da scalfire per tutti gli appassionati di motori. E non solo in loro. Il primo maggio 1994 era in programma il Gran Premio di San Marino, terza tappa di un mondiale di F1 che vedeva come favorito d’obbligo Ayrton Senna.

Il grande brasiliano, tre volte iridato, era riuscito ad ottenere il tanto agognato sedile della WilliamsRenault dominatrice con Nigel Mansell ed Alain Prost delle stagioni precedenti. Il segreto delle vetture di Adrian Newey targate ’92 e ’93 era riposto nelle sospensioni attive, bandite nell’anno successivo. I nuovi regolamenti vanno dunque a smontare quel giocattolo ingegnoso, rendendo la FW16 difficilissima da guidare persino per un campione di F1 dal calibro di Senna. Al primo test stagionale, Ayrton si rese subito conto dei problemi, alimentati da un abitacolo troppo stretto: ”My feet never lose the throttle when I get into the car” – disse Senna, ovvero che non riusciva a perdere il contatto con il pedale dell’acceleratore a causa delle piccole dimensioni del cockpit. Un altro commento fu il seguente, ben più famoso: ”Se mangio un panino, non entro più in questa macchina”.

Le difficoltà proseguirono per tutto l’inverno, ma al Gran Premio del Brasile e del Pacifico, Senna firmò subito due pole position. Purtroppo, la Williams in gara mostrava tutte le sue magagne ed arrivarono due ritiri. A casa sua, in Brasile, Ayrton fu costretto al forfait a causa di un testacoda, mentre in Giappone viene tamponato dalla McLaren di Mika Hakkinen alla prima curva. La marcia trionfale la impose la BenettonFord di Michael Schumacher, che vince entrambi gli appuntamenti siglando un netto 20-0 in classifica nel duello con Senna. Se il pilota paulista non si riscatta ad Imola, il mondiale potrebbe essere già finito.

Si arriva dunque in Italia con la ferma volontà del tre volte iridato di riaprire i giochi, ma l’aspetto sportivo assume sin da subito un ruolo marginale a causa dei tragici eventi di quel fine settimana. Al venerdì, la JordanHart del connazionale Rubens Barrichello si schianta alla Variante Bassa, facendo temere il peggio. Le prove vennero interrotte ed il giovane brasiliano perse subito i sensi. All’ospedale la situazione migliorò e Barrichello se la cavò una frattura al setto nasale, tagli alla bocca, un braccio rotto ed una costola incrinata. Il primo a fargli visita fu proprio Ayrton, che tranquillizzò personalmente i giornalisti accorsi per avere degli aggiornamenti.

Era solo l’ultimo colpo di fortuna prima del caos generale. Durante le qualifiche del sabato, le immagini inquadrano la Simtek #32 di Roland Ratzenberger disintegrata alla staccata della Tosa. Successivamente si capirà che l’ala anteriore della monoposto si era danneggiata e volò via dalla vettura, causando una perdita di carico aerodinamico che rese impossibile il controllo da parte del pilota ed inevitabile lo schianto contro il muretto della Curva Villeneuve. La gravità della situazione fu evidente sin da subito, con la testa dell’austriaco che veniva sballottata e seguiva tragicamente i movimenti della vettura. I soccorsi furono immediati: a Ratzenberger venne praticato un massaggio cardiaco, per poi trasportarlo d’urgenza tramite elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna. Senna ne fu molto scosso, preferendo evitare di proseguire le prove e facendosi accompagnare alla Tosa per capire meglio la dinamica dell’impatto.

Senna scoppiò a piangere nel retrobox della Williams: aveva iniziato a presagire quello che sarebbe accaduto nelle ore seguenti. Successivamente Ayrton tornò nel suo amato hotel, situato a Castel San Pietro Terme. Nonostante fosse scosso e depresso, il grande cuore del brasiliano lo spinse a concedere una foto con una coppia di sposi che stava svolgendo la propria cena di nozze nella sala dell’albergo. Una delle ultime dimostrazioni della nobiltà d’animo del personaggio più amato.

La domenica della gara arriva, è il primo maggio 1994. Senna partirà dalla pole position, ma dalle immagini televisive si nota subito qualcosa di insolito. Il primo classificato si toglie il casco sulla griglia di partenza, le telecamere scrutano il suo sguardo perso nel vuoto, pensieroso. Come se fosse pronto ad andare verso il proprio destino. La gara prende regolarmente il via, ma subito viene introdotta la safety car a causa di un violentissimo impatto nelle retrovie. La Benetton di JJ Letho resta ferma sulla griglia e viene centrata dalla Lotus di Pedro Lamy, con i rottami che volano in tribuna ferendo alcuni spettatori. Il tutto si risolverà per il meglio.

Alla ripartenza, Senna è sempre in testa, fino alla Curva del Tamburello nel corso del settimo giro. La Williams #2 schizza verso il muretto, dove si schianta a velocità infernale. Il pilota resta immobile, prima di accennare un movimento del capo. La bandiera rossa viene esposta immediatamente, con i soccorsi che ancora una volta sono rapidi. Ad assistere da dietro il muretto, c’è l’amico Angelo Orsi, storico fotografo che immortala gli unici scatti del volto insanguinato di Ayrton. Non verranno mai pubblicati. Pochi minuti dopo, il corpo privo di sensi del pilota più amato viene caricato sull’elicottero, ma alle ore 18:40 il grande cuore di Senna e buona parte di quello della F1, cesserà di battere. Lo shock sarà tale da rivoluzionare tutte le regole in merito alla sicurezza per il futuro, ma la morte del grande brasiliano rende ancora oggi il primo maggio una pillola amara da ingoiare.

A pochi chilometri dall’Autodromo, steso in un letto d’ospedale, c’era un tifoso speciale per Ayrton. Era Massimo, un ragazzo paralizzato da un incidente in moto che adorava il campione dei campioni. Ogni volta che si recava in zona, Senna lo andava a trovare e gli registrava dei messaggi vocali che incredibilmente suscitavano le sue reazioni. Ecco l’ultimo, risalente a pochi giorni prima dall’incidente mortale: ”Ciao Massimo, qui Ayrton Senna, il pilota di F1 di cui tu sei un gran tifoso. Cerca di svegliarti e di alzarti, tutti ti aspettano e ti vogliono molto bene. Poi potrai venire con me al circuito a vedere le prove e la gara, tutti insieme. Ciao ti saluto, a presto”.

Ayrton Senna da Silva ( 21 marzo 1960-1 maggio 1994)

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