Pierre Waché, Direttore Tecnico della Red Bull, ha spiegato le difficoltà incontrate da Sergio Pérez nelle ultime gare.

Dopo un inizio di stagione promettente, culminato con la vittoria nel GP di Monaco, la stagione di Sergio Pérez ha preso una piega inaspettata. In molti, infatti, pensavano che il messicano avesse preso le misure, grazie anche all’introduzione della nuova generazione di vetture, del più quotato compagno di squadra Max Verstappen, leader indiscusso all’interno della Red Bull. Poco dopo, però, l’olandese ha iniziato a rifilare distacchi abissali al compagno di squadra, che non è più riuscito ad essergli vicino come ad inizio stagione. Che cosa è successo a Pérez? E perché adesso Verstappen pare praticamente imbattibile? A queste domande ha dato risposta, durante il weekend di Monza, Pierre Waché, attuale Direttore Tecnico della scuderia di Milton Keynes.

“Credo che sia una questione relativa all’intero pacchetto.” – ha esordito il francese nella Conferenza Stampa riservata al management delle scuderie – “Il peso della vettura è un fattore: ad inizio anno non avevamo la possibilità di spostare i pesi, quindi ne risentiva l’assetto. Però, dopo aver estratto un po’ di performance dalla vettura, diventa più difficile trovare l’equilibrio giusto. Questa cosa ha favorito Max, che è bravissimo a guidare ogni tipo di vettura. Ora dobbiamo trovare il modo di dare a Sergio una macchina che gli permetta di essere competitivo. Però è una questione di pacchetto”.

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Ma come fare per far sentire Pérez più a suo agio? Secondo il Direttore Tecnico della Red Bull la risposta è più complessa di quanto si possa immaginare: “Il fattore più importante è ovviamente il bilanciamento della vettura e quanto il pilota si sente a proprio agio in essa. Ad inizio anno la macchina aveva un equilibrio che favoriva lui rispetto a Max. Visti gli sviluppi che abbiamo effettuato durante la stagione, forse parte della soluzione è andare in un’altra direzione e poi trovare l’assetto giusto per lui. E’ abbastanza difficile fare in modo che abbia la fiducia necessaria per battere o lottare con Max”.

“Non è mai facile…” – ha concluso Waché – “…quando si cerca di sviluppare la macchina per trovare performance, ma poi si rimane chiusi all’interno di certi paletti per quanto riguarda l’assetto e l’equilibrio della vettura. A quel punto, per raggiungere il bilanciamento desiderato, si deve metter mano alle performance, sacrificandone un po’. In queste circostanze, a cose normali per migliorare la situazione si deve lasciar per strada un po’ di prestazione, ma non si tratta di molto”.

Foto: Alessandro Martellotta per newsf1.it

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