Le manovre di Norris e Verstappen in Austria dimostrano che alcuni piloti interpretano il corpo a corpo giocando su una linea molto sottile.
Lando Norris e Max Verstappen hanno regalato uno spettacolo straordinario negli ultimi giri del GP d’Austria. Dopo una gara dominata dall’olandese, un errore della Red Bull in occasione dell’ultimo pit stop e un bloccaggio del campione del mondo nel giro di uscita dai box hanno rimesso in gioco l’inglese, intenzionato a restituire il sorpasso subito proprio da Verstappen nella Sprint Race del giorno prima. I due leader della Classifica Piloti hanno quindi dato vita ad un duello emozionante e durissimo, caratterizzato da manovre aggressive e, a volte, anche chiaramente oltre il regolamento. Una di queste è costata ad entrambi la vittoria al giro 64, quando sia Verstappen sia Norris sono stati vittima di una foratura dopo un contatto gomma contro gomma alla staccata di Curva 3. Il panel dei commissari ha correttamente ritenuto l’olandese responsabile del contatto, infliggendogli una penalità di 10″ sul tempo di gara che, alla bandiera a scacchi, si è rivelata ininfluente.
Il contatto che ha deciso le sorti del Gran Premio e la conseguente penalità sono però arrivati dopo una serie di manovre molto controverse, in cui la condotta di gara di entrambi i protagonisti non è stata pulitissima. Nella prima circostanza, al giro 55, è avvenuto l’episodio potenzialmente più pericoloso, ossia il movimento in frenata da parte di Verstappen dopo che Norris aveva già battezzato la linea interna in Curva 3. Questa manovra era stata vietata dal regolamento nel 2016, proprio dopo che l’olandese l’aveva sdoganata anche in F1 per difendersi dagli attacchi degli avversari, ed è potenzialmente molto pericolosa considerando la grande differenza di velocità tra il pilota che arriva da dietro e chi si difende cambiando traiettoria in staccata. L’esempio principe in questo caso è l’incidente proprio tra Verstappen e Ricciardo a Baku nel 2018, risoltosi con un doppio ritiro per i piloti della Red Bull. In Austria, Norris è stato molto bravo ad evitare l’olandese, che però non è stato sanzionato.
Dopo l’eliminazione della “regola Verstappen” a fine 2016, negli ultimi anni questo tipo di manovra è sempre stato sanzionato con una bandiera bianco-nera per standard di guida non conformi, secondo l’Art.33.4 del Regolamento Sportivo. In caso di una seconda infrazione, è poi arrivata una penalità di cinque secondi. L’ampio spazio d’interpretazione che viene lasciato ai commissari però, rende molto difficile trovare una costanza nell’applicazione delle penalità, anche se è necessario sottolineare che in questo caso Verstappen non è stato nemmeno messo sotto investigazione. Nella gara della mattina in F2 si è verificata un’altra situazione simile: l’estone Paul Aron è stato penalizzato per essersi mosso lievemente in frenata, senza nemmeno ricevere un avviso da parte della Direzione Gara. Si tratta di una discrepanza enorme tra due categorie che, pur avendo due panel di commissari differenti ad ogni evento, dovrebbero essere coerenti nell’applicazione delle penalità, visto che la F2 dovrebbe essere propedeutica alla F1.
Anche Norris, però, non è stato pulitissimo nelle sue manovre. Il secondo tentativo, al giro 59, lo ha visto lanciarsi in maniera quasi spericolata all’interno di Curva 3, con pochissime speranze di riuscire a fermare la monoposto ed evitare la via di fuga. Questo fuori pista è costato all’inglese il quarto richiamo per track limits e una penalità di 5″ che, se non ci fosse stato il contatto finale, avrebbe probabilmente deciso le sorti della gara. Anche in questa circostanza Verstappen si è impercettibilmente mosso in frenata, scatenando l’ira del rivale. Il terzo tentativo di Norris, quello al giro 63, è forse il più pulito tra tutti, ma il passaggio fuori pista dell’olandese rende molto complessa l’interpretazione della manovra. Se l’inglese fosse stato davanti al punto di corda, infatti, Verstappen avrebbe dovuto cedergli la posizione, mentre se le due vetture fossero state appaiate (come sembra dalle immagini), chi stava all’esterno avrebbe avuto diritto a ricevere spazio in uscita. Anche in questo caso, il duello è stato giocato sulla sottile linea che separa il lecito dall’irregolarità.
L’ultimo e decisivo contatto, come già accennato, vede chiaramente Verstappen come colpevole, dato che l’olandese ha causato la collisione dopo essersi mosso prima verso l’interno e poi verso l’esterno per coprire il potenziale incrocio da parte di Norris. In questo caso, Verstappen ha calcolato male lo spazio concesso all’inglese alla sua sinistra, generando il contatto che ha permesso a George Russell di conquistare una vittoria insperata. La penalità, visto il chiaro errore del campione del mondo, è sembrata piuttosto lieve, ma a termini di regolamento è l’unica sanzione applicabile dai commissari quando un pilota è esclusivamente responsabile di un contatto come in questa circostanza. Ciò che fa storcere il naso è che la sanzione per aver causato l’incidente non ha influito sul risultato di Verstappen, che ha chiuso comunque quinto, mentre chi è stato danneggiato dall’azione dell’olandese ha dovuto ritirare la monoposto e rischiato una penalità in griglia per la prossima corsa.
Vedere duelli come quello tra Norris e Verstappen è certamente un piacere, ma in questo caso l’esito del duello lascia indubbiamente un po’ di amaro in bocca. Dopo i precedenti Gran Premi e i fatti della Sprint, la voglia di rivalsa di Norris si è tramutata in un’aggressività mai vista da parte dell’inglese, accusato negli ultimi mesi di essere un po’ troppo accondiscendente quando si trova a duellare con il campione del mondo. Questa innaturale aggressività non gli ha permesso di essere lucido nel corpo a corpo, senza però mai oltrepassare il limite di quanto è ammesso nel regolamento. Quelle di Verstappen sono invece azioni di un pilota durissimo e intransigente nel corpo a corpo, che tuttavia non sempre rimane sotto quella soglia che separa l’aggressività dalla scorrettezza. Essere così spietato non rappresenta però una debolezza: l’olandese sa sfruttare al meglio le debolezze altrui, comprese quelle della Federazione e dei suoi regolamenti, per guadagnare punti e risultati sugli avversari, come alla fine è successo a Spielberg.
Oltrepassare il limite della correttezza in certe situazioni è qualcosa che ha fatto e farà parte di tutti i campioni del mondo della F1, Verstappen incluso. Essere spietati e non lasciare agli avversari lo spazio di sfruttare le proprie debolezze è una caratteristica fondamentale, ed è esattamente ciò che l’olandese ha fatto con Norris e, prima ancora, con Hamilton. Rispetto al 2021, però, c’è una differenza: Verstappen non è l’inseguitore, bensì è l’obiettivo. Se tre anni fa alcune scorrettezze dell’olandese venivano derubricate a peccati di inesperienza o eccessiva foga nel lottare per il primo mondiale, oggi si pretende un atteggiamento diverso da parte di un tre volte campione del mondo. Il carattere di Verstappen, però, non gli dà la possibilità di scendere a questo tipo di compromessi, e forse è meglio così, perché questo obbliga anche gli altri a cambiare il loro approccio nei suoi confronti. Leclerc lo ha già fatto nel 2019, proprio dopo un contatto al GP d’Austria. Ora tocca a Norris dimostrare di poter lottare con l’olandese anche sul piano della spietatezza.
Foto copertina: Red Bull Content Pool