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F1 News Verstappen foto credit Formula1.com

F1 News| Verdetto sulla penalità di Verstappen

F1 News Secondo Motorsport.com, Max Verstappen non riceverà una punizione dalla FIA per averli definiti “stupidi idioti” durante il Gran Premio di Abu Dhabi.

Il quattro volte campione del mondo ha rivolto il commento ai commissari di Abu Dhabi dopo aver ricevuto una penalità di 10 secondi per aver causato una collisione.

Verstappen è entrato in contatto con Oscar Piastri della McLaren nella curva iniziale del finale di stagione sul circuito di Yas Marina, mandando entrambi i piloti in testacoda.
Piastri ha lasciato un varco all’interno della prima curva, ma Verstappen è andato largo e ha colpito il pilota australiano.

La gara non ha avuto ripercussioni sulle speranze di titolo della McLaren in F1, visto che Lando Norris ha assicurato alla scuderia di Woking la corona costruttori con la vittoria ad Abu Dhabi.

Prima che la FIA rivelasse che non avrebbe penalizzato Verstappen per le sue ultime buffonate via radio, il presidente dell’Associazione dei piloti di Gran Premio Alex Wurz aveva espresso la convinzione che non sarebbe stata comminata alcuna punizione.

“Mi aspetterei che in queste situazioni i commissari sportivi o lo stesso presidente della FIA prendessero il telefono e parlassero con lui”, ha dichiarato Wurz a Formel1.de. “Si può parlare bene con Max. Bisogna dargli tempo e poi sarà lui a parlare con te. Alla fine vuole fare la cosa giusta”.

Dopo il finale di stagione, Verstappen ha scoperto cosa comporterà il suo servizio civile per aver imprecato durante una conferenza stampa della FIA a Singapore, che intraprenderà prima della cerimonia di premiazione della FIA di questo venerdì.

Verstappen lavorerà con i giovani piloti ruandesi che fanno parte del programma di sviluppo di base organizzato dall’Automobile Club del Ruanda.
Sebbene Wurz ritenga che non fosse necessaria una penalità per l’incidente radiofonico di Verstappen ad Abu Dhabi, l’austriaco crede che ci siano dei limiti a ciò che può essere detto da un pilota senza che l’organo di governo intervenga.

“Da un lato, vogliamo vedere uno sport autentico e vogliamo conoscere i piloti. Dovrebbero essere in grado di essere se stessi. Questo è bello, buono ed è esattamente ciò che vogliamo.
Ma abbiamo anche una responsabilità sociale nei confronti delle persone e dei bambini che guardano a casa. Siamo un modello, ma non dobbiamo nasconderci dietro ai cliché”.

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