Nonostante la tradizionale assenza di gare durante il periodo invernale, la calma attualmente vigente in F1 è solo apparente. Risale a poco tempo fa, infatti, la notizia secondo cui la Ferrari starebbe combattendo una serrata battaglia contro il resto del circus. I temi in questione sarebbero le power unit 2026 e l’ingresso di Red Bull Powertrains come nuovo motorista ufficiale.

Secondo Ferrari F1, infatti, permettere a Red Bull di usufruire delle agevolazioni economiche e tecniche riservate ai nuovi motoristi rappresenterebbe un vantaggio troppo grande per la scuderia austriaca, tenuto conto anche della strettissima collaborazione con Honda.

Per far fronte alla forza politica di Red Bull, che naturalmente spinge per poter essere riconosciuta come nuovo motorista, Ferrari ha apertamente deciso di scontrarsi con il mondo della Formula 1. Ad oggi, infatti, la squadra di Maranello è l’unica tra le attuali scuderie produttrici di power unit a non essersi iscritta alla lista di motoristi del 2026. Lista che al suo interno vede al momento Alpine SAS, Mercedes AMG High Performance Powertrains, Red Bull Powertrains, Honda Racing Corporation e la neoentrante Audi Formula Racing.

Ufficialmente, l’ultima data disponibile per l’iscrizione alla suddetta lista risaliva al 30 novembre 2022, entro la quale Ferrari non ha comunque comunicato la sua presenza. Il segnale lanciato dal Cavallino Rampante è dunque chiaro: minacciare la dipartita dalla Formula 1 se le cose non dovessero andare nella giusta maniera.

La palla passa ora alla Formula 1

Abbiamo raccontato negli scorsi giorni di come proprio la Rossa fosse stata esclusa dalla riunione dei motoristi tenutasi lo scorso dicembre (Engine Advisor Committee della F1), la cui motivazione appare ora più chiara che mai. Sfruttando il suo enorme peso politico ed economico all’interno della classe regina del Motorsport, la Ferrari sta tentando in ogni modo di porre un freno all’avanzata della Red Bull, ingaggiando un importante braccio di ferro con la FIA. La Federazione Internazionale sarà tenuta ora a decidere se cedere alle minacce Ferrari (che dalla sua può ancora contare su quel famoso diritto di veto non ancora utilizzato) o alle lusinghe della Red Bull.

Sappiamo da fonti certe che uno degli obiettivi a lungo termine di Liberty Media riguarda proprio il rendere ogni scuderia presente in Formula 1 autonoma dal punto di vista motoristico, trasformando dunque anche i più piccoli marchi in effettivi produttori di power unit. Da questo punto di vista, l’evoluzione di Red Bull rappresenterebbe un passaggio fondamentale e di difficile opposizione da parte dell’azienda proprietaria della F1, chiamata ora a trattare pesantemente con due pesi massimi del motorsport.

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