E’ IL MOMENTO CHE SI RITORNI A CAPIRE COSA SONO LE CORSE E COSA DEVE ESSERE LA FERRARI

Vettel si classifica secondo dietro Hamilton nel GP di Monaco in una gara nella quale la Ferrari del Tedesco non ha regalato nessuna emozione. Il 4 volte campione del Mondo è rimasto in attesa degli eventi come lui stesso ha ammesso a fine gara, corsa incolore nonostante la seconda piazza, nessun battito, nessun accenno di attacco, nessun guizzo, solo il grigiore dei punti necessari non si sa a cosa visto che danneggiando Leclerc si rischia anche la seconda piazza nella classifica costruttori…

IL VETTEL CHE ABBIAMO IMPARATO A CONOSCERE

Come scritto in tempi non sospetti, estate 2018, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella visione generale del driver di punta della Rossa, tutti lo hanno immaginato come il nuovo profeta, il salvatore, colui che avrebbe cancellato anni di digiuni e secondi posti della Ferrari; il Re del volante, capace di perfezionare la macchina, dare indicazioni agli ingegneri, ai colleghi al simulatore ed anche ai meccanici; l’uomo dal carattere d’acciaio capace di non farsi influenzare da nulla, concentrato come non mai sul suo unico obiettivo; vincere.

Invece la realtà ha mostrato ben altro; fragilità innanzitutto, una strana debolezza emotiva che per nulla va d’accordo con i titoli che possiede quest’uomo e quindi con tutta la sua carriera; ma non è tutto qui; ha risentito della mancanza del suo collega ‘anziano’ ovvero Raikkonen, il quale sapeva molto bene dove far mettere le ‘mani’ agli ingegneri dando loro indicazioni preziose; ed infatti in questa stagione mancando la sua ‘guida’ casualmente la macchina sembra irriconoscibile rispetto a quella del 2018; certo colpa di chi progetta, ma nei test pre-campionato quali vere indicazioni ha fornito il pluri-iridato? La macchina era ok secondo il suo giudizio.

Il punto è che in molti hanno poca memoria; non ricordano quando, nel 2014, in Red Bull veniva continuamente sopravanzato da Ricciardo, oppure le sue traiettorie tutte sempre fuori dalle righe della pista e con vetture completamente differenti, non più incollate stranamente all’asfalto in curva, ma difficili da gestire ed anche da sviluppare; in quella stagione terminò 5° con 71 lunghezze di distacco dall’Australiano condividendo col suo compagno la statistica di 3 gare a zero punti; fu così che approdò a Maranello nel tripudio di tanti tifosi che vedevano in lui il nuovo Schumacher.

VETTEL E LECLERC UNA CONVIVENZA SCOMODA

Ora quanto accaduto a Montecarlo e nelle gare precedenti getta un’ombra su quale sia l’atteggiamento della scuderia nei confronti del Monegasco; vero che in qualifica Vettel è più veloce, tuttavia non si riesce a capire come mai il ragazzo non riesca a dare una sonora lezione al suo collega compagno di squadra; perché c’è sempre qualcosa che rovina i piani di Leclerc, una volta problemi alla vettura, una volta strategie sbagliate, altre volte Team Order incomprensibili. In quel di Monaco si è arrivati al punto più basso di una STRATEGIA che NON MERITA QUESTA DEFINIZIONE; lasciare Leclerc nel box fidandosi di improbabili calcoli al computer contro l’evidenza dei tempi dei piloti in pista e contro il minimo buon senso è uno STRANO ERRORE; in primis perché accaduto guarda caso al Monegasco, e in seconda battuta in quanto sarebbe stato sufficiente saper fare due conti a mano per capire che si stava condannando Charles ad una gara impossibile proprio davanti al pubblico di casa.

CI VUOLE PIU’ RISPETTO per il proprio pilota; proprio mentre si porta il circus in Olanda per favorire Verstappen cosa si fa in casa Ferrari? Si pensa invece a danneggiare il driver che corre sulle sue strade; spiace doverlo scrivere ma commettere errori così marchiani non è più da tecnici laureati e col super-curriculum tanto che sui social in molti stanno pensando di inviare il proprio a Maranello; sembra ridicolo, ma se qualcuno si è comportato così è proprio chi ha preso certe decisioni.

Leclerc dal canto suo ha messo l’anima in pista ed ha divertito per una manciata di giri il pubblico tenendo alto l’onore di tutta la categoria; sì perché andando in pista per fare il compitino quando non si è primi in classifica e ci si sente al sicuro, E’ UN DISONORE; è ora che qualcuno si svegli e ricordi cosa sono le corse automobilistiche, NON PASSERELLE per guadagnarsi il ‘pane’ ed essere tra i più fortunati uomini della Terra e dei privilegiati che guadagnano cifre enormi facendo ciò che li appassiona e tutto soprattutto grazie al pubblico che è il primo motore di un pilota di F1.

No non va, non può essere questa la stagione Ferrari, tirare i remi in barca e sperare che davanti accadano incidenti; si deve attaccare, in pista e in laboratorio; lo meritano i tifosi e tutti coloro che affrontano viaggi per vedere i gran premi da vicino ma anche tutti quelli che trascorrono le domeniche incollati allo schermo…

Marco Asfalto

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