Nicholas Bamber, esperto in risoluzione di dispute commerciali, ritiene che la Mercedes abbia buone basi per riaprire il caso-Abu Dhabi.

Tre giorni dopo la bandiera a scacchi del GP di Abu Dhabi che ha incoronato Max Verstappen campione del mondo di F1, le polemiche intorno ai controversi ultimi giri non accennano a placarsi. Una fetta importante di appassionati ha criticato duramente la gestione di Michael Masi della Safety Car: in particolare, il Direttore di Gara è stato accusato di aver ignorato i regolamenti per garantire una spettacolare tornata finale, durante la quale l’olandese ha sorpassato Lewis Hamilton per la conquista del titolo. La Mercedes, infuriata dopo una decisione percepita come arbitraria, ha deciso di contestare il risultato finale del Gran Premio, ma la sua protesta (incentrata sulla violazione dell’Articolo 48.12 del Regolamento Sportivo) è stata rigettata dai commissari, spingendo la scuderia di Brackley a dichiarare che presenterà un appello. Ci sono tuttavia solide basi giuridiche per riaprire la questione?

A questa domanda ha risposto in maniera affermativa Nicholas Bamber, un avvocato esperto in risoluzione di dispute commerciali, raggiunto da RaceFans: “L’interpretazione del Regolamento Sportivo 2021 effettuata dal Direttore di Gara Michael Masi e dai commissari è stata messa in dubbio da piloti, opinionisti e legali. Hanno concluso, in risposta alla protesta della Mercedes, che l’Articolo 15.3 dia carta bianca al Direttore di Gara per quanto riguarda l’utilizzo della Safety Car, e che questo Articolo annulli la procedura indicata dall’Articolo 48.12. Questa interpretazione pare incongruente con ciò che emerge da una semplice lettura delle norme. Inoltre, essa contraddice nettamente l’approccio che Masi ha adottato in una circostanza simile, ossia nel GP dell’Eifel del 2020, quando dichiarò che ‘E’ necessario che tutte le vetture doppiate sorpassino la Safety Car prima che la vettura torni ai box e la gara possa ripartire’. […] Ciò sottintende che il Direttore di Gara non può bypassare la corretta applicazione dell’Articolo 48.12″.

“L’Articolo 1.1.1 dell’International Sporting Code 2021…” – ha proseguito Bamber – “…evidenzia che le norme sono applicate ‘basandosi sui principi di sicurezza e correttezza sportiva‘. Una parte di quest’ultimo principio si concentra sulla corretta e coerente applicazione delle regole della categoria. Perciò, sembra che ci sia una solida base giuridica sulla quale la Mercedes può cercare di appellarsi. Tuttavia, oltre a ribadire le ragioni indicate dai commissari nel documento ufficiale, la FIA probabilmente sosterrà che qualsiasi ambiguità dei regolamenti debba essere risolta in favore delle scelte effettuate sul momento da Masi, che aveva il compito di condurre il Gran Premio alla conclusione in condizioni di sicurezza e di gara […]. Però, data l’incoerenza delle decisioni vista durante la gara stessa, e dati i precedenti gestiti in maniera contraria in circostanze simili e in altre gare, questa argomentazione sembra poco convincente“.

Bamber ha infine sottolineato che in F1 si verifica un fatto altamente inusuale nel mondo dello sport, ossia che i capi di una squadra possono avere un contatto diretto con gli arbitri della competizione: “Sebbene dal punto di vista dell’intrattenimento la recente novità di mandare in onda le comunicazioni radio tra la FIA e le scuderie sia stata molto apprezzata dagli appassionati della F1, essa ha anche mostrato che i messaggi inviati dai team durante una gara sono tanti e discutibili. E’ estremamente inconsueto, se non un unicum, che in un contesto sportivo i rappresentanti delle squadre abbiano un contatto diretto con i giudici nel bel mezzo di una competizione. Nello sport è di vitale importanza che gli arbitri non subiscano inappropriate influenze esterne, e ciò fa sorgere una questione sulla necessità di una futura regolamentazione di questo tipo di comunicazioni”.

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