Nel giorno in cui Lewis Hamilton eguaglia il record di sette titoli detenuto da Michael Schumacher, un’intervista del tedesco risalente al 2008 suona come una profezia.

Il GP di Turchia ha segnato un evento storico per la F1: Lewis Hamilton ha conquistato il settimo titolo in carriera, eguagliando il record di Michael Schumacher. Dopo aver dominato in scioltezza il 2020, l’inglese ha coronato una stagione eccezionale con un capolavoro di tattica e ritmo degno dei più grandi. Il tutto nel giorno in cui la Mercedes, almeno fino a metà gara, si era dimostrata tutt’altro che la macchina da battere.

Sedici anni dopo l’ultimo mondiale del Kaiser con la Ferrari, dunque, Hamilton inserisce il proprio nome di fianco a quello del tedesco a quota sette titoli. Un numero incredibile, che ai tempi nessuno pensava sarebbe mai stato eguagliato. Nessuno, tranne lo stesso Michael Schumacher.

Il tedesco, in un’intervista dell’ottobre 2008 alla BBC, aveva infatti inserito proprio Hamilton tra i suoi possibili eredi, riconoscendo il suo grande talento: “Ho grande considerazione di lui. Basta vedere ciò che ha fatto lo scorso anno: dopo pochissimo tempo è entrato in lotta con Alonso ed è stato spesso più veloce. Però sono sempre molto cauto quando si tratta di dire se sia o no il migliore oppure dire se sia più forte di altri piloti come, ad esempio, Felipe Massa. Dall’esterno non è facile capire tutte le circostanze”.

“Direi che è assolutamente possibile” –proseguì Schumacher– “che qualcuno come Lewis possa raggiungermi a sette titoli, perché nemmeno io credevo che avrei mai battuto i cinque di Fangio. E invece ce l’ho fatta. I record esistono per essere battuti e sono sicuro che un giorno accadrà. Potrebbe essere Lewis, Massa, Vettel, qualcun altro di questa generazione o un pilota delle prossime. Questo non è assolutamente un problema per me”.

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