Il Gran Premio d’Austria ha fornito il primo verdetto: la Ferrari SF1000 è carente a livello di power unit, ma i miglioramenti preannunciati del telaio non sono arrivati.

Il Gran Premio d’Austria ha finalmente consentito alle monoposto di ricalcare la pista, con la prima corsa disputata dopo oltre sette mesi da Abu Dhabi. Sono arrivati alcuni verdetti, anche se il risultato finale li ha mascherati grazie a degli episodi che difficilmente si ripeteranno in futuro. La Mercedes è totalmente padrona del circus, con una W11 che deve soltanto risolvere alcune problematiche relative alle temperature per diventare una vera macchina da guerra. La Ferrari si salva grazie al secondo posto di Charles Leclerc, ma sulla SF1000 le magagne vengono sia dalla power unit che da un telaio inadeguato.

Saltano all’occhio, guardando i tempi delle qualifiche, i nove decimi di ritardo del monegasco dal crono che lo scorso anno gli permise di fare la pole. 1’03”923 nel 2020 contro l’1’03”003 del 2019, battuto per appena un decimo dalle Mercedes. La differenza maggiore l’abbiamo vista nel primo settore, dove la rossa rimediava costantemente oltre mezzo secondo dalle frecce nere ed un gap leggermente più contenuto dai rivali. L’obiettivo del lavoro invernale a Maranello era quello di migliorare la percorrenza nelle curve di medio-bassa velocità, andando a sacrificare la velocità di punta che era l’asso nella manica della SF90.

Sin dai test di Barcellona era chiaro che l’obiettivo non fosse stato raggiunto. La speed trap in rettilineo non era solo diminuita, era letteralmente precipitata, mentre nei tratti misti i problemi non erano stati risolti. Il tutto si è confermato tale in Austria, ma nessuno si sarebbe aspettato di vedere Leclerc e Sebastian Vettel in balia delle Racing Point e delle McLaren. La differenza negli allunghi è abissale, con velocità massime di gran lunga inferiori alla concorrenza. Il rifacimento completo della power unit ha condannato la Ferrari ad un ruolo di comprimaria mentre anche il telaio ha deluso.

Gli on-board camera degli alfieri del team italiano hanno mostrato le difficoltà alla guida: continui bloccaggi e sovrasterzi impedivano soprattutto al tedesco di esprimere il proprio potenziale, senza contare un sottosterzo cronico nella parte centrale del tracciato. Le parole di Vettel a fine gara sono state eloquenti: ”Sono contento di essermi girato una sola volta” – Ha commentato sarcasticamente il quattro volte campione del mondo, protagonista di uno spin in un contatto con Carlos Sainz. Al Gran Premio della Stiria ( che si correrà domenica prossima sempre al Red Bull Ring) dovrebbero arrivare alcune novità sulla SF1000, ma di certo sarà impensabile recuperare l’enorme gap che separa dalla Mercedes.

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