F1 2026 Intervista Mazzola
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F1, il retroscena di Mazzola: “Quando cambiavo l’assetto a Prost di nascosto dai capi Ferrari”

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La F1 moderna è fatta di simulazioni, algoritmi e procedure rigide. Ma c’è stato un tempo in cui il “manico” dell’ingegnere di pista e il feeling del pilota potevano ribaltare le gerarchie aziendali. Ai microfoni di NewsF1.it, l’Ingegnere Luigi Mazzola ha raccontato un incredibile retroscena del 1991, svelando come salvò i weekend di gara di Alain Prost “tradendo” i grandi capi tecnici della Ferrari.

Nel 1991, la Ferrari viveva un momento di profonda trasformazione tecnica. A guidare il progetto c’erano geni assoluti come John Barnard e guru dell’aerodinamica come Jean-Claude Mignot. Tuttavia, il loro approccio era estremamente rigido: la macchina doveva essere settata secondo le loro teorie, indipendentemente dalle sensazioni del pilota.

F1 – Lo scontro tra Teoria e Pista

In quel box c’era un giovane Luigi Mazzola, incaricato di gestire la vettura del “Professore”, Alain Prost.

F1 Mazzola Prost Foto credits Linkedin Mazzola Luigi
F1 Mazzola Prost Foto credits Linkedin Mazzola Luigi


“Barnard e Mignot imponevano certe direzioni su come la vettura dovesse essere settata”, ricorda Mazzola. “Se il pilota non riusciva a guidarla, per loro il problema non era la teoria, ma il pilota stesso. Io vedevo Alain in difficoltà, mi diceva ‘Luigi, non riesco a guidare così’, ma durante il venerdì avevamo le mani legate”.

Il piano segreto del Sabato mattina

La svolta avveniva quando i “grandi capi” lasciavano il circuito. Mazzola svela una pratica che oggi sarebbe impensabile:
“Aspettavo il sabato mattina. John Barnard solitamente se ne andava via e io, insieme ad Alain, cambiavo tutto l’assetto di nascosto. John non c’era più, Mignot nemmeno, e allora avevamo la libertà di seguire l’istinto del pilota. Prost tornava in pista, sentiva la macchina ‘sua’ e i tempi arrivavano. Quando i capi tornavano e vedevano le prestazioni, non sapevano che sotto la carrozzeria avevamo stravolto le loro idee”.

f1 2026 rake
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Una lezione per la Ferrari F1 di oggi

Questo aneddoto non è solo una storia romantica di una Formula 1 che non c’è più, ma una critica feroce alla metodologia attuale. Secondo Mazzola, uno dei problemi della crisi di Lewis Hamilton in Ferrari risiede proprio nella mancanza di questa libertà:

“Oggi l’ingegnere di pista è incatenato. Esistono enti aerodinamici e dinamici che forzano un setup di base e l’ingegnere ha pochissime armi per cambiarlo se il pilota non si ritrova. Se un pilota come Hamilton o Prost non sente la macchina, non puoi obbligarlo a guidare secondo un software. Serve la personalità di andare controcorrente per il bene del risultato”.

Il rapporto pilota-ingegnere

Il segreto del successo, conclude Mazzola, resta l’empatia: “Il pilota si affida a te. Se non c’è quella complicità che ti permette di rischiare e cambiare un assetto per venirgli incontro, non vincerai mai, nemmeno con la spaceship più veloce della griglia”.


📽️ Ascolta l’aneddoto raccontato da Luigi Mazzola

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