Lo stratega della Ferrari rivela le strategie più convenienti tra le stradine del Principato

Il sabato di Monte-Carlo è il più importante dell’intera stagione. Questo perchè, nel Principato, la qualifica è fondamentale, a causa della quasi impossibilità di superare a meno di voler rischiare degli incidenti. Grande importanza avranno le strategie, anche se è praticamente obbligatoria per tutti l’unica sosta, con partenza su gomme Soft e passaggio successivo alle medie.

Inaki Rueda è il responsabile degli strateghi in casa Ferrari, ed ha illustrato quali sono le strategie migliori per affrontare il Gran Premio di Monaco: ”Un aspetto che consideriamo sempre attentamente ed  è ancor più importante a Monaco è la safety car. Negli ultimi 20 anni la corsa è stata congelata dalla SC ben 18 volte, quindi è una varibile che viene considerata molto probabile. La prima valutazione da fare è che in regime di safety car la velocità cala al sessanta per cento di quella normale, quindi lo spazio tra le varie monoposto aumenta. Questo fa sì che fermandosi in regime di SC si perderanno circa 12 secondi invece dei 20 che si impiegano per un pit-stop ordinario. Questo aspetto può assolutamente fare la differenza, perché se si riesce a completare il pit-stop mentre la corsa è congelata si guadagnano 8 secondi sugli avversari che hanno cambiato gli pneumatici in regime di bandiera verde, e a Monte Carlo otto secondi possono voler dire molte posizioni, se si è in fase di rimonta, o allungare se si è in testa”.

”Un altro aspetto interessante di Monte Carlo riguarda la vita delle gomme e la fase in cui bisogna mandarle in temperatura. Su un altro circuito in caso di safery car nelle fasi finali di gara può valer la pena fermarsi per una sosta, lo vediamo spesso, ed è una procedura quasi ordinaria. Nel Principato fermarsi vuol dire perdere delle posizioni senza avere la possibilità di recuperarle, ed è un aspetto da tenere sempre in considerazione, direi fondamentale. Se c’è una SC nelle fasi finali di gara, a meno che non ci sia il rischio di una crisi di gomme negli ultimi giri, non ci si ferma. Dipende dalla mescola, dalle temperature, dall’usura degli pneumatici e dallo stato del tracciato. Qui adottiamo strategie diverse rispetto a quelle che adottiamo in altre piste”.

”Ormai è abituale nell’analizzare una gara parlare di ‘undercut’, ovvero della strategia che prevede l’anticipo del pit-stop provando a sfruttare la gomma nuova per sopravanzare l’avversario nel momento in cui si ferma a sua volta. Ci sono pochissime piste in cui questa strategia non è consigliata, ed una di queste è Monte Carlo, dove per provare a superare un avversario è preferibile scegliere l’overcut, ovvero provare a restare in pista il più possibile rimandando il cambio gomme di uno o due giri dopo l’antagonista diretto. La ragione di questa differenza rispetto al solito è dovuta al warm up degli pneumatici. Nella top-ten qui si parte sempre con la mescola più tenera, la soft, e questa gomma qui a Monaco garantisce una buona durata. Il vantaggio è anche il tempo di warm up, poi nella durata la media prende il sopravvento a partire dalla quindicesima tornata”.

”Quella di Monaco è una pista che rende difficile trasferire energia alle gomme, quindi per chi torna in pista dopo un pit-stop sono necessari due o tre giri per portare gli pneumatici nella giusta temperatura d’esercizio, giri in cui ci si espone al rischio di un overcut se prima della sosta c’era un avversario alle spalle in condizioni di spingere prima del suo stop”.

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