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F1 – Ferrari: in Cina un weekend deludente, ma non preoccupante

A Shanghai la Ferrari ha disputato il peggior Gran Premio del 2024 dopo un avvio di stagione brillante, ma non c’è motivo di sconforto.

Il GP di Cina non ha regalato le emozioni attese alla vigilia, date le tante incognite circa il ritorno allo Shanghai International Circuit, ma ha comunque fornito tanti spunti di riflessione. La conclusione più evidente è l’ulteriore conferma della supremazia della Red Bull e di Max Verstappen, che ha dominato in maniera ben più netta del previsto. Alla vigilia i tanti punti interrogativi legati all’asfalto scivoloso, al layout del circuito e all’adattamento di gomme e monoposto al tracciato cinese facevano legittimamente sperare in un confronto più ravvicinato per la vittoria tra il team di Milton Keynes e le Ferrari. Così, però, non è stato: l’olandese ha sbaragliato la concorrenza sia al sabato sia alla domenica, sottolineando il grande lavoro svolto dal team nel fornirgli una RB20 praticamente perfetta dopo gli aggiustamenti di setup tra la Sprint e la qualifica per il Gran Premio.

Foto: Red Bull Content Pool

Proprio le tre ore intercorse tra la bandiera a scacchi della gara breve ed il Q1 sembrano aver rappresentato la fase decisiva del weekend cinese. La riapertura del parco chiuso al sabato, grande novità del format Sprint a partire da questa stagione, ha permesso alle scuderie di effettuare modifiche all’assetto dopo aver accumulato una discreta quantità di dati in FP1, Sprint Qualifying e Sprint Race, provocando un rimescolamento delle gerarchie all’interno dello stesso weekend. Se alcuni piloti hanno trovato un compromesso ottimale per la propria vettura, altri hanno effettuato scelte troppo estreme o conservative, che sono costate la possibilità di lottare per un risultato migliore. In quest’ultima categoria rientrano sicuramente le due Ferrari.

Il weekend delle vetture di Maranello era iniziato in maniera relativamente lineare tra venerdì e sabato mattina. Nella Sprint, Charles Leclerc aveva messo in mostra un passo eccellente ed un degrado degli pneumatici contenuto, chiudendo al quarto posto una gara compromessa dal lungo trenino guidato da Fernando Alonso fino a due tornate dal termine. Nei pochi giri con pista libera il monegasco aveva un ritmo sovrapponibile a quello della Red Bull di Pérez, anch’essa rimasta a lungo bloccata nel traffico. La SF-24 sembrava dunque avere tutte le carte in regola per conquistare un podio anche alla domenica, ma le performance sul giro secco e il passo gara nell’ultimo stint, quello su gomma dura, hanno reso impossibile anche solo impensierire i tre che hanno chiuso sul podio.

Foto: Ferrari Media Centre

Contrariamente a quanto accaduto a Suzuka, questa volta la posizione di partenza troppo arretrata ha giocato un ruolo fondamentale nel risultato finale. Il doppio sorpasso subito da parte di Russell e Hulkenberg in partenza, in parte conseguenza di una chiusura aggressiva di Leclerc su Sainz in Curva 1, ha fatto perdere parecchio tempo di gara alle Rosse, poi impegnate per tutto il primo stint a cercare di sopravanzare i ben più lenti Alonso e Piastri. Proprio nel momento in cui le speranze di podio sembravano svanite anche per Leclerc, l’ingresso della Safety Car ha riacceso le speranze del monegasco. La sosta “gratuita” è arrivata grazie ad una gestione eccellente delle gomme medie che gli ha permesso di prolungare il primo stint, portandolo a guadagnare la posizione in pista su Pérez.

Sulle hard, tuttavia, sia Leclerc che Sainz, penalizzato dal timing di uscita della vettura di sicurezza, hanno faticato molto: mentre il numero 16 non ha potuto resistere agli attacchi del messicano, lo spagnolo ha dovuto gestire gli pneumatici per tutta la fase finale, così da chiudere il Gran Premio senza dover effettuare un secondo pit stop. Considerate la piccola dose di sfortuna, gli impicci del primo stint e una qualifica poco soddisfacente, il bottino di punti portato a casa dalla Ferrari può far sorridere. Un elemento rende però il bilancio meno gratificante: per la prima volta in stagione, il Cavallino Rampante è stato battuto in una gara lineare da un pilota che non guida una Red Bull.

Foto: Ferrari Media Centre

Se si esclude Max Verstappen, Lando Norris è stato senza dubbio il miglior pilota del weekend di Shanghai, nonostante il neo della partenza della Sprint Race. La grande gara dell’inglese non può però prescindere dal sottolineare il grande passo in avanti effettuato dalla McLaren, che è riuscita a massimizzare il risultato dopo un sabato mattina molto complesso e segnato da una mancanza di ritmo, preoccupante nella Sprint. La scuderia di Woking aveva previsto un fine settimana in difesa in Cina, tanto che dopo la Sprint lo stesso Norris aveva scommesso con il proprio team che avrebbe chiuso la gara a 35″ dalle Ferrari. Una chiara indicazione di come la Scuderia di Maranello non abbia estratto il massimo potenziale della SF-24 e sia stata scavalcata durante il weekend dalla principale rivale nel mondiale.

Un indizio sul motivo di questo passo indietro della Rossa, almeno rispetto a McLaren e Red Bull, lo ha fornito Leclerc dopo le qualifiche, parlando di modifiche all’assetto mirate a gestire al meglio le gomme ed esaltare le performance in gara piuttosto che quelle sul giro secco. La direzione intrapresa tra la Sprint Race e la Qualifica potrebbe quindi essere la chiave delle performance deludenti di Shanghai, dove in generale le Ferrari hanno faticato a sfruttare al massimo gli pneumatici. Come sottolineato da Frédéric Vasseur nel post-gara, l’obiettivo delle prossime settimane sarà dunque capire quali regolazioni hanno portato a queste performance e come, a parità di condizioni e format, si possono sfruttare al meglio le Pirelli senza essere troppo conservativi al sabato e alla domenica.

Foto: Ferrari Media Centre

Il risultato del GP di Cina non è comunque un campanello d’allarme per la Ferrari. L’evento di Shanghai ha rappresentato un vero e proprio unicum all’interno del calendario a causa delle innumerevoli incognite legate ad asfalto, meteo, layout della pista e adattamento delle ‘nuove’ monoposto ad effetto suolo e degli pneumatici da 18″ al tracciato cinese. Oltre a questo, bisogna considerare che gli weekend Sprint rendono più complesso ai vari team la messa a punto delle vetture, e che le scelte di assetto possono facilmente portare in una direzione sbagliata. In passato, la Ferrari è sempre stata uno dei team migliori ad adattarsi a questo format, mentre stavolta la Scuderia di Maranello si è leggermente persa tra le incognite cinesi. A Miami, un altro weekend Sprint molto impegnativo, la Rossa avrà una bella opportunità per riscattarsi, magari facendo un salto in avanti grazie all’arrivo dei primi aggiornamenti stagionali.

Gianmaria Lera

F1 writer for Newsf1.it | FIA accredited | 📍Lucca

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