Ferrari F1 – La stagione 2022 ha ormai da tempo pronunciato il suo verdetto: nel giro di qualche Gran Premio, Max Verstappen sarà campione del mondo per la seconda volta, andando ad affiancare il suo nome a quelli di piloti del calibro di Fernando Alonso e Mika Hakkinen.

Una stagione, numeri alla mano, praticamente dominata dal pilota olandese, capace finora di conquistare la vittoria in 11 delle 16 gare percorse, a due sole lunghezze dal record di successi in un anno solare di Sebastian Vettel e Michael Schumacher.

Eppure, il quadro appena descritto parrebbe totalmente assurdo se analizzato tornando indietro di qualche mese: durante tutta la prima parte di stagione, infatti, la RB18 non si è mai dimostrata una vettura dominante rispetto alla Ferrari F1 75 a tal punto da giustificare un così ampio margine tra Verstappen e i suoi inseguitori in classifica. A testimonianza di ciò notiamo come Charles Leclerc, secondo nel mondiale e staccato di 116 punti dall’olandese, sia attualmente detentore del maggior numero di Pole Position: 8, esattamente il doppio di quante ne abbia ottenute Verstappen.

Come spiegare allora un gap così esagerato fra i due e Ferrari F1 e Red bull in classifica?

Gli evidenti errori ai box da parte della Ferrari hanno certamente giocato un ruolo fondamentale nel sigillare anzi tempo l’esito della corsa iridata, ma siamo sicuri che anche al netto dei suddetti svarioni Leclerc sarebbe stato in grado di giocarsi il titolo fino alla fine?


La risposta, con tutta probabilità, ce l’hanno data gli ultimi quattro Gran Premi (tre dei quali corsi dopo la sosta estiva).

Gran Premi nei quali Max Verstappen ha sempre trionfato con una superiorità schiacciante, partendo addirittura decimo, quattordicesimo e settimo in tre di essi.
Vittorie che, errori degli avversari a parte, non sarebbero mai e poi mai potute arrivare fino a un paio di mesi fa, quando ancora Red Bull e Ferrari potevano considerarsi ad un simile livello prestazionale.

La pista ci ha invece detto che, a partire dall’Ungheria (e dopo l’introduzione della Direttiva Tecnica 039), la RB18 ha acquisito una supremazia indiscussa in termini di velocità, mentre Ferrari ha accusato a sua volta una perdita di prestazione che l’ha relegata ad antagonista della Mercedes, più che della Red Bull.
Una situazione che suona oltre modo familiare ai tifosi della Rossa, abituati ormai da troppi anni a veder terminare le proprie ambizioni iridate ancor prima della conclusione del campionato.
Un curioso studio ha mostrato infatti come in tutta l’era ibrida, la tendenza della Ferrari sia sempre stata quella di andare peggiorando dalla seconda metà di stagione in poi, mettendo in grossa evidenza un deficit nel riuscire a sviluppare le proprie vetture.


Ci ricordiamo tutti come nel biennio 2017-2018 i folgoranti inizi di stagione di Vettel siano poi stati vanificati dal mancato sviluppo delle monoposto ferrariste, fattore che ha poi permesso a Lewis Hamilton di trionfare in grande scioltezza in entrambe le occasioni.
In particolare, il sopracitato studio mostra come nel 2018 tra la prima e la seconda metà della stagione la Ferrari abbia perso in media 1.7 punti a gara, mentre nel 2017 addirittura 6.2. Una tendenza tutt’altro che positiva e che si è presentata in ognuna delle precedenti annate.

La facilità con cui Verstappen si è preso le ultime quattro vittorie del 2022 va a confermare proprio questo negativo trend a cui la Ferrari è inesorabilmente soggetta da ormai troppi anni.
Sarà anche questo parte del processo di esperienza e crescita del team tanto amato da Binotto?
Di sicuro sarà un punto di cui i vertici della squadra dovranno discutere in preparazione della stagione 2023, dove la scuderia di Maranello tenterà nuovamente l’assalto al titolo mondiale.
Nel frattempo, però, il presidente Elkann ci ha tenuto durante il weekend di Monza a rasserenare i tifosi del Cavallino sparsi per il mondo, promettendo un Leclerc campione del mondo entro il 2026.


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