Ferrari F1 – La differenza è sotto gli occhi di tutti: mentre McLaren e Mercedes continuano ad aggiornare in modo deciso e mirato le loro monoposto, Ferrari sembra bloccata in un limbo tecnico, incapace di tenere il passo. Il Gran Premio del Canada ci ha offerto un’ulteriore conferma: non bastano più gli adeguamenti aerodinamici. Serve una visione, un processo efficace, e soprattutto, una macchina capace di evolversi gara dopo gara. E a Maranello, tutto questo pare mancare.
Ferrari F1 A che punto siamo?
Nella scorsa puntata di NewsF1 Garage (cercateci su YouTube e lasciate un like!), avevamo fatto il punto su una Ferrari che continua a inciampare sugli stessi problemi strutturali. Qualcuno nei commenti non era d’accordo, ma il GP del Canada ci ha dato una risposta chiara: la Rossa continua a pagare la lentezza nello sviluppo, soprattutto quando il confronto con i rivali diventa inevitabile.
McLaren e Mercedes: avanti tutta
Mentre Ferrari resta immobile, McLaren ha modificato la sospensione anteriore e Mercedes ha rivisto completamente la sospensione posteriore. Non parliamo di semplici adattamenti, ma di modifiche al cinematismo, ovvero alla geometria e funzionalità dei componenti sospensivi. Questo significa:
- Altissimo livello di comprensione del mezzo
- Analisi precisa dei punti deboli
- Capacità di progettare, realizzare e testare in tempi rapidissimi
Cambiare una sospensione durante un weekend di gara non è da tutti. È un’operazione complessa, che implica sicurezza nei dati, nelle simulazioni e nella correlazione tra pista e galleria del vento.
Ferrari F1 ALLARME 2026, McLaren e Mercedes portano AGGIORNAMENT
Il 2026 incombe… e i conti non tornano
Siamo già a metà 2025. È difficile pensare che Ferrari possa ancora investire pesantemente su una vettura che nel 2026 sarà già superata dal nuovo regolamento. Le risorse sono limitate, e lo spettro di un 2026 da protagonisti potrebbe costringere il team a congelare lo sviluppo della SF-25 già ora.
Il punto critico
Il vero problema della Ferrari non è la macchina, ma il processo decisionale.
Le squadre che funzionano, oggi, sono quelle che hanno una comunicazione efficace tra piloti, ingegneri e manager, che collegano la teoria alla pista e che riescono ad aggiornare con precisione chirurgica.
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