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La stagione di F1 si è chiusa nel peggiore dei modi per la Ferrari. Un finale di campionato disastroso, zero vittorie e prestazioni che hanno fatto infuriare i tifosi, stanchi di una comunicazione che a molti ricorda l’era Binotto. Sui social non si parla d’altro: la gestione di Frédéric Vasseur è sotto accusa e la delusione è palpabile.
Eppure, la diagnosi di questo fallimento era già stata fatta mesi fa. In un’intervista esclusiva rilasciata a NewsF1.it, l’ingegner Luigi Mazzola, uno degli architetti dei trionfi dell’era Schumacher, aveva lanciato un allarme che oggi suona come una sentenza inappellabile.
Ferrari: La Profezia sulla “Mediocrità” che Spiega la Crisi odierna
Mentre a Maranello si celebrava il rinnovo di Vasseur come un passo verso la stabilità, Mazzola ci aveva messo in guardia: “Va bene dare continuità, ma è fondamentale che non sia una continuità nella mediocrità.” Una frase che, riletta ora, descrive perfettamente la paura dei tifosi: che la fiducia a Vasseur si trasformi in un prolungamento di un ciclo senza vittorie.
La crisi Ferrari non è un evento inaspettato, ma il risultato di problemi strutturali che la gestione Vasseur, finora, non sembra aver risolto. Dopo un inizio di stagione promettente, la seconda metà ha visto la Scuderia scivolare indietro, superata non solo dalla Red Bull, ma spesso anche da McLaren e Mercedes. Il sogno di lottare per le vittorie si è trasformato nella lotta per essere “i migliori degli altri”, una posizione che a Maranello non può essere accettata. La continuità, senza un vero e proprio scossone tecnico e culturale, non basta.
Telaio Rotto o Problema Strutturale? Mazzola Smonta le Scuse della Ferrari F1
Ricordate il crollo di Leclerc in Ungheria e la spiegazione ufficiale su un “problema al telaio”? Mazzola, da tecnico esperto, aveva smontato quella versione ai nostri microfoni: “Se hai un problema al telaio, la macchina diventa inguidabile… Leclerc invece andava solo più piano”.
Il vero problema, secondo l’ex ingegnere Ferrari, è molto più profondo e riguarda la difficoltà cronica della SF-25 nel gestire le altezze da terra. Per non consumare eccessivamente il fondo piatto (il “plank”) e rischiare squalifiche, il team è costretto ad alzare le pressioni delle gomme, sacrificando il grip meccanico. Una debolezza progettuale che ha affossato la stagione e che le giustificazioni vaghe non possono più nascondere. Questo pattern di comunicazione, che tende a minimizzare i problemi strutturali attribuendoli a guasti specifici, è proprio ciò che i tifosi etichettano come “binottiano”, alimentando un clima di sfiducia verso la dirigenza.

Da Hamilton al 2026: La Ricetta per Vincere che Vasseur non può più Ignorare
Con l’arrivo di Lewis Hamilton e la rivoluzione del regolamento F1 2026 alle porte, il tempo stringe. Mazzola era stato chiarissimo sulla ricetta per tornare a vincere, la stessa che ha funzionato con Ross Brawn e Jean Todt:
- Un leader che ha già vinto e sa come si fa.
- Una competenza tecnica e di pista assoluta che metta a tacere la politica interna.
Il punto non è solo manageriale. Un vero leader vincente, come fu Ross Brawn, non si limita a gestire le risorse, ma impone una visione tecnica. Ha l’autorevolezza per sfidare i propri ingegneri, per capire se una direzione di sviluppo è sbagliata e per correggere la rotta prima che sia troppo tardi. È questa la figura che, secondo Mazzola, manca ancora oggi a Maranello.
Il problema della Ferrari F1, secondo chi l’ha vissuta dall’interno come Gino Rosato, è sempre lo stesso: troppa politica e poco focus sul lavoro. Vasseur è stato chiamato per invertire questa tendenza, ma i risultati tardano ad arrivare. L’arrivo di Hamilton nel 2025 sarà il test definitivo per la sua leadership. Un sette volte campione del mondo non si accontenterà di lottare per il podio; porterà con sé un’esigenza di perfezione e una mentalità vincente che metteranno sotto pressione l’intera struttura.
La pazienza dei tifosi è finita. La fiducia dei vertici è stata confermata, ma ora Vasseur deve dimostrare di non essere solo un altro manager di passaggio. Deve essere l’uomo in grado di prendere decisioni forti, di attrarre i migliori talenti tecnici e di porre fine a quella “continuità nella mediocrità” che un nome come Ferrari non può più permettersi. Il 2026 è dietro l’angolo e rappresenta un’opportunità irripetibile, ma per coglierla bisogna costruire le fondamenta oggi. E queste fondamenta, come ci ha ricordato l’ingegner Mazzola, devono essere fatte di competenza e mentalità vincente, non solo di stabilità.
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