Il figlio del Drake, attraverso le colonne della Gazzetta dello Sport, ha voluto raccontare il recente avvicendamento avvenuto nella Scuderia,con Mattia Binotto promosso come team principal al posto di Arrivabene.

Dopo il fulmine a cielo sereno avvenuto qualche giorno fa, con l’uscita di scena di Maurizio Arrivabene sostituito da Mattia Binotto come team principal  del Cavallino, Piero Ferrari ha voluto dare una spiegazione alla scelta operata dai vertici della scuderia. Come vice-presidente e azionista, il figlio di Enzo Ferrari ha avuto un ruolo importante nell’avvicendamento avvenuto al vertice del reparto Corse.

Da molti mesi si era sospettato di diversi attriti tra il manager bresciano e il tecnico italo-svizzero, sopratutto dopo la scomparsa del presidente Sergio Marchionne. Una lotta al potere che, secondo alcuni rumors,avrebbe compromesso lo sviluppo della SF71H nella seconda parte del mondiale 2018 e dove l’ingegner Binotto avrebbe fatto la voce grossa minacciando di lasciare la direzione tecnica.

Attraverso un intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Piero Ferrari ha svelato le tempistiche della scelta di sostituire Arrivabene dando i pieni poteri a Binotto.

“Tutto è avvenuto prima di Natale,poi per varie ragioni avevamo pensato di non divulgare la decisione. Non voglio entrare nei particolari, anche perché io posso parlare solo da azionista, ma dico solo che c’è stato un confronto fra noi soci, con John Elkann e alla fine abbiamo agito nell’esclusivo interesse della Ferrari”.

I vertici della Rossa hanno dunque rispettato le volontà e i piani pianificati da Marchionne…

“Lo avete scritto un po’ tutti, ma a noi premeva preservare la continuità tecnica, senza creare alcuna turbativa nella struttura della Scuderia”.

Dopo la fuoriuscita di Arrivabene, un altro nome ai vertici del Cavallino era stato messo in discussione:Louis Camilleri. I recenti rumors parlavano di alcuni clamorosi ritorni,in passato legati al Cavallino come Stefano Domenicali ,attuale presidente e CEO di Lamborghini, molto legato a Binotto.

Il figlio del Fondatore ha però spento ogni iliazione su altri cambiamenti, rinnovando la fiducia a Camilleri.

“Io dico che bisogna concedere il tempo sufficiente per lavorare a Louis Camilleri che è arrivato da poco in Ferrari e ha indubbiamente un suo stile, diverso da quello di Marchionne, a sua volta unico e inimitabile”.

Ferrari ha scelto la strada della continuità, lasciando il reparto corse tra le mani di un uomo che dimostrato grandissime capacità organizzative e di coordinazione quale è Mattia Binotto. Il curriculum del 49enne tecnico italiano parla da sé.

Dal 2014 ad oggi ha permesso un salto di qualità notevole sia al reparto motori che in quello tecnico. La sua sfida sarà ora quella di gestire un intera squadra avendo come braccio destro un certo ex Fia come Mekins. Intanto il progetto della monoposto 670 piano piano prende forma,sperando sia quello che permetterà a Sebastian Vettel e a Charles Leclerc di portare il titolo a Maranello.

Giuly Bellani

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