F1 – Non accennano a placarsi le polemiche e le mille domande che vengono quotidianamente poste riguardo le scarse performance mostrate in pista dalla Mercedes di Russell e, soprattutto, di Hamilton .
Le Frecce d’Argento, reduci da otto titoli costruttori consecutivi, sono state catapultate nel giro di pochi mesi dall’estenuante sfida per la corona mondiale alla selvaggia lotta di centro gruppo, nel tentativo di affermarsi quanto meno come terza forza in griglia.

Quel Lewis Hamilton che a dicembre del 2021 si è visto sfilare l’ottavo titolo iridato da sotto il naso, oggi conduce gare anonime e deludenti come quelle di Imola e Jeddah, nelle quali per gran parte del tempo è stato relegato a respirare l’aria proveniente dagli scarichi dell’AlphaTauri di Pierre Gasly.
Ma come ha potuto un sette volte campione del mondo ritrovarsi immischiato in una lotta con Haas e Alpine, quando fino all’anno prima queste lo vedevano solamente alla partenza e alle interviste post gara? La risposta è da cercare prevalentemente nelle prestazioni della W13, troppo brutta per essere vera, capace di sorprendere (in negativo) persino gli stessi meccanici Mercedes, fino allo scorso anno considerati da tutti pressoché infallibili.
Secondo Fernando Alonso, da sempre incline allo scontro – in pista e non – con Lewis Hamilton, gli scarsi risultati del pilota britannico sono da attribuirsi esclusivamente alla vettura:

“Lewis sta guidando benissimo, ma non basta. In Formula 1 è sempre stato così”, ha dichiarato lo spagnolo a Racingnews365. “Quando Ayrton Senna dominava, disponeva della vettura migliore, così come Schumacher, Hamilton e me. Lewis ha battuto tutti i record possibili tra Pole Position e vittorie grazie ad una macchina superiore alla concorrenza”.
Le speranze, secondo Alonso, di poter vedere un cambio di rotta nelle gerarchie tra scuderie resta improbabile:

“Non c’è gara in questo momento. Come la Mercedes lo scorso anno, Ferrari e Red Bull possono partire ultime e risalire ugualmente fino al podio”.
Dichiarazioni che sembrano che sembrano sugellare una volta per tutte quella che è la questione mondiale 2022, destinata a vedere Max Verstappen e Charles Leclerc come unici pretendenti.

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