Dalla sua introduzione nel 2018, il sistema di protezione dell’abitacolo Halo ha già prevenuto possibili gravi danni. Ecco alcune testimonianze rilasciate dai piloti direttamente coinvolti.

Se dal punto di vista delle limitazioni agli sviluppi, penalità e modifiche al format dei Gran Premi la FIA fa discutere e scatenare reazioni social, non possiamo di certo dimenticare quanto fatto in ottica sicurezza. Sulla maggior sicurezza dell’abitacolo la federazione diretta da Jean Todt dal 23 ottobre del 2009 si è evoluta fino ad arrivare a standard elevatissimi.


Dopo la morte di Henry Surtees in Formula 2 a Brands Hatch colpito da una ruota vagante nel 2009, le gravi ferite alla testa subite da Felipe Massa all’Hungaroring del 2009 causate dalla molla staccata dalla Brawn del connazionale Barrichello e dalla tragica scomparsa di Jules Bianchi a Suzuka nel 2014 la FIA investì molto in ricerca e sviluppo. Il sistema di protezione Halo fu introdotto e reso obbligatorio sulle vetture di Formula 1 dall’inizio della stagione 2018. Anche la Indycar seguì questa strada introducendo l’Aeroscreen sviluppato da Red Bull Tecnologies.


Inizialmente la FIA incontrò una forte resistenza da parte di fan e piloti, i quali ritenevano che la mancanza di fascino estetico e l’abbandono del classico abitacolo aperto fossero un passo nella direzione sbagliata. Tuttavia, immagini come quelle viste dopo il contatto tra Hamilton e Verstappen alla 1° Variante di Monza ci ricordano quanto è fondamentale l’Halo per salvaguardare i piloti da gravi lesioni o decessi.

Monza F1 Hamilton Vertappen
Monza F1 Hamilton Vertappen


Quanto successo al Gran Premio d’Italia è solo un esempio di eventi terminati con i piloti che dal luogo dell’incidente si sono diretti ai box con le loro gambe, a volte senza nemmeno passare dalle visite mediche.

Dopo l’introduzione dell’Halo non si era dovuto attendere molto per vederlo all’opera. Già nel 2018, infatti, a Barcellona con la Formula 2 Nirei Fukuzumi e Tadasuke Makino entrarono in contatto in curva 4 durante la Sprint Race del sabato con la vettura di Fukuzumi proiettata sopra quella di Makino e con l’Halo che evitò il contatto della ruota con il casco del pilota. “La prima volta che ho provato questa vettura non pensavo che l’Halo fosse buono, perché è difficile vedere qualcosa, ma oggi l’Halo mi ha aiutato”, le parole del giapponese ad Autosport a fine gara.
Nel 2019, durante la gara di Formula 3 a Monza, il giovane Alex Peroni prese letteralmente il decollo. La sua vettura atterrò capovolta sulle barriere. Anche in quella occasione uscì con le sue gambe riportando una frattura alla vertebra.
Anche il pilota attuale della rossa Charles Leclerc ha evitato il contatto con un’altra vettura grazie al sistema di protezione dell’abitacolo introdotto dalla FIA. Durante il GP del Belgio del 2018 il monegasco, che correva con i colori dell’Alfa Romeo, venne colpito dalla Mclaren volante di Alonso.

Halo di Leclerc
Halo di Leclerc

Nessun infortunio per entrambi. “Sicuramente l’Halo mi ha aiutato oggi”, le parole di Leclerc subito dopo e con Alonso a confermare: “Non avevamo bisogno di alcuna prova, ma è una buona cosa”.
Arriviamo poi al presente con la collisione tra Lewis Hamilton e Max Verstappen nel Gran Premio d’Italia di pochi giorni fa. Al termine della staccata i 2 piloti affrontano la curva ad una velocità di circa 70 km/h, un nulla se si considerano le prestazioni delle attuali monoposto. Invece, la RB16B finisce proprio sul roll bar del rivale prima e sopra l’Halo subito dopo; proteggendo così Hamilton da possibili gravi lesioni alla testa. “L’Halo ha sicuramente salvato la vita di Lewis oggi”, ha detto in seguito il capo del team Mercedes Toto Wolff a RacingNews365.com. “Sarebbe stato un terribile incidente a cui non voglio nemmeno pensare se non avessimo avuto l’Halo”.
Ma l’immagine simbolo dell’halo e della sua importanza resta sicuramente quella del Bahrain 2020. Dopo aver visto la Haas di Romain Grosjean prendere fuoco subito dopo il violentissimo urto contro le barriere tutti avevano temuto il peggio.

Quei secondi senza vedere immagini del pilota non lasciavano intendere nulla di buono ed invece il pilota francese è uscito indenne con ferite relativamente lievi. L’impatto era stato così forte da dividere in due la monoposto. La cellula ha retto il violentissimo colpo mentre l’Halo aveva agito per perforare le barriere salvando la testa del pilota. Soltanto tre anni prima, un incidente del genere, avrebbe sicuramente causato la morte del pilota. “Non ero per Halo alcuni anni fa, ma penso che sia la cosa più bella che abbiamo portato in Formula 1 e senza di essa non potrei parlarvi oggi”, le dichiarazioni di Romain all’uscita dall’ospedale.

E dopo queste testimonianze l’halo diventa anche bello!

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