Prosegue l’intenso lavoro dei tecnici della Scuderia Ferrari per affinare sempre più la SF70-H, che dopo il successo di Montecarlo si impone sulla lunga supremazia tecnica Mercedes degli ultimi anni: mai prima d’ora si era visto un così intenso sviluppo su una vettura del Cavallino…

Il Circus interrompe la carrellata di circuiti europei per approdare sull’altro continente, dove questo weekend andrà in scena il Gran Premio del Canada. Sulla pista intitolata al pilota di Formula 1 Gilles Villeneuve, costruita nell’estuario del fiume San Lorenzo a pochi passi dal centro di Montréal, i team hanno presenziato ieri alle verifiche tecniche dei commissari FIA: ad avere sempre gli occhi puntati addosso è la SF-70H, che dopo essere andata al successo sul breve tracciato cittadino di Montecarlo, si ripresenta in Canada con alcune piccole novità di rilievo e sfoderando particolari già messi in luce nei test invernali svolti lo scorso marzo sul tracciato del Montmelò. Le volontà del direttore tecnico Mattia Binotto trovano realizzazione in una monoposto che ad ogni appuntamento si mostra sempre in una veste diversa: il successo della stagione lo si guadagna sviluppando incessantemente la vettura e in questo Binotto può contare, grazie all’intraprendente team di giovani tecnici voluto dallo stesso presidente Marchionne. Un lavoro di affinamento questo che denota la grande qualità e potenzialità del pacchetto messo in campo, il quale ora può solo essere ulteriormente sviluppato senza la necessità di dover tornare indietro sui passi fatti.

Nella zona che probabilmente più incuriosisce per forme estreme e geometrie ardite, ovvero quella delle pance, i tecnici hanno messo mano ai rinforzi in metallo che sorreggono l’appendice aerodinamica in carbonio, eliminando parte della struttura in favore forse di una riduzione del peso ma mantenendo inalterate le risposte a flessione del componente. Ad avvalorare tale tesi vi è poi, sul lato esterno, l’abbandono di parte del rosso che contraddistingue la vettura del Cavallino per fare spazio al nero, in passato largamente utilizzato sulla zona del cofano motore per motivazioni legate a masse e temperature in gioco.

 

Aumentati gli slot sul fondo

Trovano spazio ora quattro slot nella zona del fondo davanti alla ruote posteriori, ovvero piccole cavità ricavate nelle pelli in carbonio utili a pettinare e riordinare i vortici turbolenti creati dal rotolamento degli pneumatici.

 

Sembra sia  scomparsa la calotta in carbonio dal fondo

Dopo aver fatto tanto discutere sin dai test invernali per la ragione della sua geometria e soprattutto funzione, la calotta in carbonio del fondo, ovvero quel rigonfiamento presente nella zona laterale il cofano motore a Montréal non si è vista: dalle ultime voci sembrerebbe che essa abbia lo scopo di contenere particolari termoresistenze (vedi https://www.newsf1.it/analisi-tecnica-f1-fondo-ferrari3180/) attivabili forse dai fluidi caldi in arrivo dalla power unit in grado di energizzare l’aria transitante al di sopra di essa. Ciò contando sulla possibilità di originare scambi termici di natura convettiva, ovvero tra un fluido (aria) ed una superficie (fondo).

Ritorna la T-Wing da basso carico

Il circuito canadese è noto per i lunghi rettilinei e le brusche frenate, fra le quali però non si registrano curve veloci: ciò spinge i tecnici a cercare meno resistenza all’avanzamento, in favore di velocità di punta superiori, ma senza rinunciare ad un contributo di carico aerodinamico. A tale scopo quest’anno l’introduzione delle T-Wing permette ai team di estendere la superficie alare utile scambiando facilmente queste elementi, che possono variare per forma e numero di profili montati la loro incidenza sull’aria. La SF-70 H abbandona il concetto di T-Wing a “doppia ala” vista a Monaco, installando qui un’ala caratterizzata da un solo profilo.

 

Ecco l’ala posteriore a “cucchiaio”

Introdotta per la prima volta nell’era ibrida da Mercedes e ripresa quest’anno nei test invernali da Williams e Ferrari, l’ala posteriore caratterizzata dal main plane a forma di cucchiaio riappare qui a Montréal sulla vettura di Sebastian Vettel, dato che permette di diminuire il carico aerodinamico prodotto dalla struttura grazie ad una minor incidenza sull’aria. Tale versione si differenzia da quella montata sulla monoposto di Kimi Raikkonen per il numero di feritoie ricavate sulle paratie verticali: 3 lunghi solchi accompagnati da 2 meno estesi contro i 4 presenti sulla vettura del finlandese, che ha mantenuto l’ala utilizzata a Montecarlo caratterizzata da un main plane rettilineo in grado di generare maggior carico aerodinamico.

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