Sul difficile momento Ferrari è intervento James Allison, sostenendo che i problemi della Rossa siano la pressione e l’ansia di vincere dei vertici.

Tutti parlano di Ferrari in questi giorni difficili per il Cavallino. Tutti, soprattutto gli ex, stanno esprimendo parole positive nei confronti dell’azienda Italiana e tentando, ognuno a proprio modo, di individuare le cause dei problemi della Rossa. Due giorni fa, ha parlato Luca Di Montezemolo, storico presidente della Ferrari. Ieri, invece, a pronunciarsi sulla Scuderia Ferrari è stato James Allison, ex direttore tecnico della Rossa, che ha individuato nella pressione e nell’ansia di vincere dei vertici aziendali i problemi principali del team.

Per prima cosa, il DT della Mercedes ha voluto tracciare un bilancio della sua esperienza a Maranello, divisa in due parti.

Allsion F1

“Non sarei tornato alla Ferrari una seconda volta se lavorarci fosse stata un’esperienza infelice. Ho avuto ruoli molto importanti in Ferrari e ho un grande affetto per il marchio, per le persone e ho ancora molti amici nella squadra”.

Nel dettaglio poi, l’ex Lotus e Ferrari ha sottolineato come la storia dell’azienda e la spinta dei tifosi siano un valore aggiunto per la Rossa.

“Lavorare in Ferrari è una gioia. Il paese è a favore del team, il marchio è forte, la storia e l’eredità della Ferrari sono così importanti che senti di far parte di qualcosa di grande. Questa è una grande forza per quel gruppo”.

Tuttavia Allison sostiene che il supporto dei tifosi verso il team e il prestigio del marchio, possano anche essere un elemento negativo per il Cavallino. Per la precisione, questi elementi possono creare pressione che non lascia lavorare al meglio i tecnici rossi, soprattutto nei momenti negativi.

“Probabilmente tutto questo è anche un grande onere. Insieme all’affetto e alla gioia che la nazione condivide nei successi della Ferrari, tutto questo comporta una grande pressione quando le cose vanno male”.

James, ha poi spiegato quelli che, secondo lui, sono i fattori che producono pressione in quel di Maranello. Una pressione prodotta dalla stampa, impietosa nei momenti negativi verso la Rossa. Una pressione prodotta non solo dalla stampa, ma anche dagli stessi uomini che lavorano in Ferrari e che vogliono sentirsi all’altezza del marchio che rappresentano.

“Quella pressione arriva dalla stampa in un modo molto maggiore rispetto a qualsiasi altra squadra di F1. Arriva anche internamente da tutti coloro che sentono il dovere di essere all’altezza delle prestazioni che il team ha mostrato in passato”.

Infine poi, James Allison ha parlato di quello che è il sistema di leadership del Cavallino che, ultimamente, è particolarmente sotto la lente di ingrandimento.
Una leadership che, a detta del tecnico Mercedes, è finalizzata alla vittoria, verso cui tutti, vertici e tifosi, tendono. Una leadership che punta però alla vittoria in tempi rapidi, rendendo però impossibile la costituzione di un team tale per cui si possa aprire un ciclo vincente, come accaduto con l’era Todt-Schumacher.

“La leadership è espressa in modo potente internamente, da uno stile dall’alto verso il basso che alla Ferrari è più esagerato rispetto ad altri team, e tende a far prendere decisioni a breve termine al team che possono portarlo fuori strada invece di costruire punti di forza fondamentali per una crescita di anno in anno. La Ferrari, quindi, è una mescolanza di questi elementi che hanno, alla radice, l’enorme desiderio sia all’interno della squadra che all’esterno di combattere per la vittoria”.

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