Ferrari F1 Leclerc jeddah
Ferrari F1 Leclerc jeddah foto credist media Ferrari

Ferrari in crisi: via Zimmermann e Schmidt, futuro motore a rischio

Ferrari sta affrontando una delle sue sfide tecniche più delicate degli ultimi anni: con la partenza di Wolf Zimmermann — definito da più fonti come “genio dei motori” — e del suo vice Lars Schmidt, il team di Maranello perde due ingegneri dal calibro raro e di esperienza profonda. I due seguiranno Mattia Binotto nel nuovo progetto Audi.


Ferrari Gualtieri - Zimmermann motori
Ferrari Gualtieri – Zimmermann motori

Le doti che Ferrari sta per perdere

Wolf Zimmermann, arrivato alla Ferrari nel 2014 da Mercedes su richiesta dello stesso Binotto, non è un tecnico qualunque. È stato il cuore dell’evoluzione del reparto motori ibridi (“hybrid era”), ha progettato l’unità “Superfast” e guidava lo sviluppo del nuovo motore che dovrà debuttare con le regolazioni FIA per il 2027, visto le power unit 2026 è gia’ pronta e i due tecnici si occupavano di ricerca e sviluppo per l’anno venturo.

Lars Schmidt, suo vice, ha svolto un ruolo centrale nel tradurre le visioni progettuali in soluzioni concrete, seguendo da vicino le sfide ingegneristiche che la nuova normativa impone. La sua esperienza è complementare a quella di Zimmermann, in modo che il reparto motori della Ferrari sia sempre stato competitivo, moderno, reattivo alle innovazioni.


Le critiche che emergono dall’Italia

In Italia molti hanno già cominciato a interpretare la loro uscita come una scelta di potere interna: alcuni credono che non si tratti solo di turnover naturale, ma di conflitti, insoddisfazione, o divergenze strategiche. Tuttavia, anche escludendo questa versione, resta il fatto che il momento è sbagliato per perdere figure così centrali, proprio mentre il regolamento cambia radicalmente.


Ferrari F1 Vasseur Addico
Ferrari F1 Vasseur Addico

Ferrari deve sostituire, non risparmiare

Qui sta il punto centrale: non basta trovare ingegneri giovani, né puntare su nomi “alla moda” o sull’etnia/nazionalità (come si è visto recentemente, con critiche verso alcune assunzioni tecniche basate sulle origini francesi o altri criteri diversi dalla pura competenza). Ferrari, da sempre ambiziosa (e costosa), deve stavolta prendere almeno ingegneri con esperienza pari o superiore a Zimmermann e Schmidt, non elementi di rodaggio, figure che possono coprire immediatamente ruoli di rilievo, con responsabilità legate allo sviluppo motoristico 2026.

È una questione di credibilità e competitività: se il reparto motori perde due colonne, e sotto pressione regolamentare e sportiva, non può permettersi di risparmiare su quel fronte, né di delegare troppo tempo a figure junior, come avvenuto troppe volte. Ferrari spende cifre importanti per piloti come Hamilton, o per asset aziendali d’immagine, ma sui tecnici chiave spesso si guarda al risparmio, alla “scommessa” sul potenziale futuro. Con Zimmermann e Schmidt fuori, non bastano promesse di “talenti in arrivo da Alpine e Mercedes” — servono fatti concreti, nomi con pedigree.

L’addio di Zimmermann e Schmidt non è solo una notizia, ma un banco di prova per Ferrari: l’azienda deve dimostrare che non è solo capace di reclutare star tecniche, ma soprattutto di colmare il vuoto lasciato da chi ha contribuito in modo determinante all’identità motoristica del team. Se dovesse optare per soluzioni “di minor costo” o “di minor esperienza”, rischia di compromettere non solo il lancio del motore 2027, ma anche la credibilità stessa nel paddock e davanti ai tifosi.

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