F1 News – Il Gran Premio d’Italia ha regalato l’ennesima vittoria annunciata di Max Verstappen, ma anche una pagina controversa che rischia di pesare a lungo sull’immagine della McLaren.
Il team di Woking, infatti, ha imposto a Oscar Piastri di restituire la seconda posizione a Lando Norris, persa in pista solo a causa di un pit-stop lento. Una decisione che, al di là delle giustificazioni ufficiali, solleva più dubbi che certezze.
In Formula 1 gli imprevisti fanno parte del gioco. Un cambio gomme lento, un problema al motore, un contatto in pista: sono elementi che contribuiscono a scrivere la storia di una gara e, talvolta, di un’intera stagione. Correggerli artificialmente significa snaturare la competizione e trasformarla in una rappresentazione più vicina a un esercizio di contabilità interna che a una vera corsa automobilistica.

La McLaren ha parlato di equità, di “ristabilire l’ordine” prima dell’errore ai box. Ma dov’è la giustizia nel punire un pilota per una colpa che non è sua? Piastri si è trovato costretto a cedere ciò che aveva guadagnato in pista, sacrificato sull’altare di un presunto equilibrio di squadra che, in realtà, lascia trasparire una preferenza fin troppo evidente: quella per Norris.
Bernie Ecclestone, intervistato dal Blick, non ha avuto dubbi: «Non avrei scambiato le posizioni. Parlano continuamente di correttezza, ma è corretto penalizzare Piastri per un errore commesso dal team? No». Un pensiero diretto e, a mio avviso, difficilmente confutabile.
Se la McLaren voleva mostrarsi equa, ha ottenuto l’effetto opposto: dare la sensazione di spingere un pilota a discapito dell’altro. Una strategia che, oltre a ledere l’autenticità della gara, rischia di incrinare la fiducia di un giovane talento come Piastri, che merita rispetto e libertà di giocarsi le proprie carte senza condizionamenti esterni.
La Formula 1 vive di battaglie in pista, non di correzioni da ufficio. Ogni volta che si interviene per “aggiustare” ciò che accade, si perde un pezzo della sua essenza. La McLaren, nel tentativo di sembrare giusta, ha finito per apparire ingiusta.


