Un fatto è certo. Il primo a divertirsi è lui. Ma la missione di fare divertire il pubblico che ne segue le gesta viene subito dopo. Yuki Tsunoda è il pilota di cui, motoristicamente e umanamente, ti invaghisci in un attimo. Varrà ricordare che, lo scorso anno, quando acqua e fango fecero passare giorni pessimi all’Emilia Romagna in ammollo, tra chi diede una mano a spalare vi fu anche lui.

Ma , al di là di questo, il nipponico che punta a sbarcare in Red Bull, quest’anno, ha intenzione più che mai di fare incrociare le due rette del suo indubbio talento e dei risultati raccolti. Rette che, lo scorso anno, si sono incrociate molto a fatica. Alla fine raccolse diciassette punti che valsero un quattordicesimo posto ma lui per primo sa di valere ben più di così’.

Quarto nella prima sessione di libere con ben sedici concorrenti alle sue spalle, nella seconda è invece finito quindicesimo. Una parabola discendente che ha seguito anche il suo collega di scuderia Daniel Ricciardo, prima addirittura davanti a tutti, poi dodicesimo. Ma tanto è, Yuki il figlio del regno dei Samurai ha tutto un anno per dimostrare di poter accedere a una scuderia titolata in tutta scioltezza.

Con parole riportate , tra le altre, da Gp Blog, Tsunoda ha negato di pensare a un suo futuro in Red Bull. Questo davanti alle telecamere, poi, probabilmente, a telecamere spente gli sarà spuntato il classico naso di Pinocchio perchè, al grande salto, ci pensa eccome. Magari per sedersi nell’abitacolo su cui ora ha un contratto di locazione Sergio Perez. “Dovessi ricevere più interesse da parte di altre squadre sarebbe fantastico – finisce poi per ammettere – il che dimostra che ho guidato bene e che sono apprezzato da altre squadre, quindi questo è il mio obiettivo ovviamente”.

In altra sede Tsunoda ha confessato di essere maturato parecchio e di essere ora “meno egoista”. In pista, si intende, perchè vai mai a pensare che lo sia nella vita uno che aiuta altri a spalare fango. La Red Bull resta la sua stella polare. “Ma dovrò – conclude- dimostrare quanto sono bravo”. Perchè poi, alla fine, se non converti l’indubbio talento che possiedi in moneta sonante di piazzamenti, la gente potrebbe finire per dimenticare. Ma Yuki ha lanciato la sfida, E perdere è proprio un verbo che lui ha stracciato dal suo vocabolario.

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