Mai come quest’anno i test prestagionali di Formula 1 hanno consegnato dei dati variegati e tutti da interpretare. Cerchiamo d’analizzare come i team si sono preparati all’ormai prossimo primo Gp in Australia.

Partiamo dagli elementi certi: le monoposto 2018, anche per effetto della nuova gamma Pirelli di mescole pneumatici più “tenere” rispetto a quelle 2017, saranno terribilmente più veloci.
E anche impegnative da guidare (chiedere a Ricciardo quale sforzo sul collo dovesse sopportare in curva 9 del circuito del Montmelò fatta “full throttle”…).
Questo potenziale pare non essere stato mostrato per intero da nessun team in pista (chi era in pista potrà testimoniare, ad esempio, come Vettel durante le sue simulazioni di giri veloci, alzasse sempre il piede dal gas in prossimità del traguardo).

E qui abbiamo il secondo dato di fatto: mai come negli ultimi anni è sembrato che i vari team (salvo rari casi) abbiano “girato in maschera”, senza mai portare la prestazione velocistica al livello massimo possibile (o quantomeno quello più prossimo ad esso).

Potrebbe essere letta in questa chiave la “vicinanza prestazionale” (poco oltre il secondo, con una mescola di differenza) tra Ferrari e Haas, oppure il passo gara “monstre” delle Mercedes in simulazione gara, esclusivamente su gomme White Medium.

Il fatto che le Frecce d’Argento non abbiano mai calzato in questa condizione gomme più tenere delle Medium, insieme alle foto in cui mostravano un forte blistering con i compound più soffici (dalla Yellow Soft in giù quest’anno saranno “low-working range), potrebbe essere indizio che a Brackley stiano ancora cercando la “quadra” con questo tipo di mescole.

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Cercheremo di chiarire prossimamente la funzione areo di questo nuovo componente che non è un doppio fondo .

Ferrari (di cui sentiremo parlare, da qui a inizio Mondiale, delle “fumate” ai box e del diffusore “presunto simil double decker”, poi vietato, che fece la fortuna della Brawn Gp, statene certi…) invece è sembrata più a suo agio con la gamma delle Pirelli morbide rispetto a quelle più dure (e high-working range, come la Medium), in particolare nella simulazione di Gp.

Che è sembrata non ai livelli Mercedes, ma più rapida di quella, svolta in condizioni analoghe, dalla Red Bull.
Vettura anglo austriaca che comunque, superati gli iniziali problemi d’affidabilità, ha mostrato in pista (a chi si trovava direttamente sul tracciato e nei video girati dagli appassionati) un comportamento molto buono, segno che il telaio (e soprattutto il nuovo sistema sospensivo “intelligente” sperimentato già nella scorsa stagione) vanta ottime performance.
Bisognerà vedere che tipo di supporto le monoposto di Verstappen e Ricciardo riceveranno dal motorista Renault, che nonostante l’approccio conservativo sembra aver sofferto di qualche problema di troppo.
Inoltre, la grande incertezza sul futuro della partnership franco-austriaca (Renault attenderà non oltre Maggio una risposta da Red Bull per il prosieguo del rapporto di fornitura, con Honda che, dalla “postazione privilegiata” Toro Rosso, starà a guardare…), e l’utilizzo di un fornitore d’oli e carburanti differente da quello della Casa madre (Exxon-Mobil per RB, BP-Castrol per la Regìe) potrebbe inficiare le prestazioni durante la stagione della Power Unit rimarchiata Tag-Heuer.

Renault che anela ad ottenere il primo posto nella classifica degli “altri”: sicuramente tanto dipenderà dalla p.u., ma tanto anche dipenderà dall’apporto che l’ex delegato tecnico FIA Budkowsky darà al team (e la configurazione dello scarico “soffiante” sulla parte inferiore dell’ala posteriore potrebbe essere il primo contributo).

Andando più in fondo nelle gerarchie, spicca la situazione di contrapposizione tra Toro Rosso-Honda e McLaren-Renault.
Il team satellite Red Bull, all’esordio col motorista nipponico, ha mostrato affidabilità e performance incoraggianti, facendo da contraltare all’ex-partner dei giapponesi, quella McLaren motorizzata Renault, che ha mostrato lacune in entrambi i settori (soprattutto in quello affidabilistico, con grandi problemi di surriscaldamento).

Non è dunque il caso di stilare classifiche (o dare valori “assoluti” di distacchi, come alcuni hanno cercato di fare), ma affidarsi a “sensazioni”, soprattutto dopo aver guardato il comportamento delle monoposto in pista (al proposito si trovano in Rete tantissimi buoni video da studiare con attenzione).

Solo Melbourne potrà darci i primi verdetti certi: la speranza è che la lotta tra i top team (Mercedes, Ferrari, Red Bull, qui in ordine di “forma” secondo le “sensazioni” di chi scrive) possa essere quanto mai serrata, a vantaggio dello spettacolo e a beneficio degli appassionati.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

 

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