Al via il weekend del 50° Gran Premio di Canada. Dopo il lusso del GP di Monaco, la F1 parte per l’America, per fermarsi sul circuito intitolato a Gilles Villeneuve. Il record della pista è stato segnato nel 2004 da Rubens Barrichello, con 1.13.622s. Era stato preannunciato un cambiamento nel tracciato, in particolare il muro dei Campioni, ma in realtà, il “muro” di gomme è stato riposizionato, e le reti di protezione sono dietro questo muro. Vedremo se le nuove monoposto riusciranno, anche qui, a battere il record della pista. Intanto, guardiamo cosa è successo nelle prime due sessioni di prove libere.
I team arrivano a Montréal, tracciato molto diverso rispetto a quelli precedenti, a Monaco soprattutto; si preannuncia pioggia nella seconda sessione, la pista è molto sporca a causa del vento.
Nei primi metri delle FP1 alcuni team scendono in pista con le ali rastrellate, come Vadoorne, ma l’azione si interrompe subito perché la Toro Rosso di Sainz soffre di un problema idraulico già nel giro di formazione. La sua sessione è compromessa: la vettura n. 55 non tornerà ai box fino al termine della sessione; il suo compagno di squadra, Daniil Kvyat, monta già la terza specifica della Power Unit Renault sulla sua monoposto.
Tanti i bloccaggi, come quello di Verstappen, ed i testacoda, anche dei due Ferraristi, a causa della poca trazione dovuta alla pista sporca.
Inizialmente i team si dividono tra pneumatici Super Soft (mescola rossa) come Mercedes e Red Bull, altri provano le Soft (mescola gialla) come le Force India. Spicca la decisione di Ferrari di scendere subito in pista con gomma Ultra Soft (mescola fucsia), mescola che teoricamente soffre di più con pista sporca.
In ogni caso la pista non sembra usurare molto gli pneumatici, che sembrano molto puliti alla fine della prima sessione; unica pecca sono i bloccaggi, come nel caso di Verstappen che, dopo il bloccaggio, ha rovinato lo pneumatico fino a rivelarne la carcassa.
Sulle pance della Red Bull di Ricciardo spiccano dei nuovi deviatori di flusso orizzontali, sulla vettura di Verstappen ci sono ancora i vecchi mediatori, mentre le due Williams e le due Force India montano nuove PU Mercedes.
I primi tempi degni di considerazione sono quelli segnati da Valtteri Bottas: 1.14.280s, su gomma Ultra Soft; i due Mercedes cominciano a rincorrersi sui tempi, ma dopo una breve sosta ai box le Ferrari tornano in pista su ultra Soft, e infatti Sebastian Vettel segna il tempo di 1.14.007s.
Le due Ferrari, come di consueto, sembrano utilizzare una PU depotenziata, con la 1° o la 2° specifica, per poi sfoderare tutta la potenza del Cavallino Rampante dal sabato. La rossa, infatti, non figura tra i primi dieci nello Speed Trap (il picco di velocità).
La Red Bull di Ricciardo è costretta a togliere le ali per un po’, a causa di anomalie sulla batteria, che viene sostituita, mentre Alonso, dopo una breve uscita ad inizio sessione senza aver segnato un tempo, rientra in pista per fermare subito la sua McLaren: l’asturiano, al suo ritorno in Formula 1 dopo la sua esperienza in Indy 500, accusa problemi al cambio.
Hamilton abbassa ancora il miglior tempo, 1.13.809s; il compagno di squadra rientra ai box, terminando in anticipo il suo programma nella prima sessione.
Sul passo gara, entrambi carichi di benzina, la Ferrari e la Mercedes si eguagliano nella breve simulazione, girando sull’1.16.5s di media.
Nei Top 4, le due Ferrari e le due Mercedes, solo 4 decimi. Gran lavoro delle due Force India, in 5° e 6° posizione.
Nella seconda sessione la Ferrari scende in pista per la prima volta con gomma Super Soft e Carlos Sainz Jr. può finalmente completare i suoi primi giri. La pista è stata pulita e le Ultra Soft dovrebbero funzionare al meglio.
Vettel segna il giro di 1.14.093s su Super Soft, seguito da Raikkonen; le due Ferrari continuano a migliorarsi, mentre Grosjean va lungo per due giri consecutivi nello stesso punto, in curva 6.
Ancora problemi per Ricciardo, un calo di potenza, con i suoi meccanici che controllano la sua centralina. Problemi anche per Verstappen: “Non funziona nulla”, il suo messaggio in radio, un weekend che parte molto male per la Red Bull dopo il podio di Monaco. Confermato un problema meccanico al motore di Ricciardo.
Il limite si abbassa sempre di più; prima Hamilton, poi le Ferrari, tutti su Super Soft. L’unico a segnare il tempo su gomma Soft è Valtteri Bottas.
I Top 4 tornano in pista su Ultra Soft, il primo a scendere sotto l’1.13 è Kimi Raikkonen: il finlandese, ad un’ora dalla fine, segna 1.12.935s, con Vettel che lo segue a 2 decimi di distanza. Hamilton, pur spingendo su simulazione di qualifica, si ferma solo a 2 decimi da Kimi, mettendosi comunque davanti a Vettel, che
Al termine della simulazione qualifica, Verstappen riesce a femarsi a 2 decimi da Bottas, che sicuramente non ha utilizzato al meglio tutta la potenza della PU Mercedes.
Gli ultimi 30 minuti della sessione sono dedicati alla simulazione gara: Bottas gira sull’1.16.1s; 1.16.5s per Raikkonen, entrambi su US, mentre Vettel su mescola rossa, SS, gira sull’1.16.333s. E’ Raikkonen a segnare il giro veloce in simulazione, 1.16.050s e ancora 1.15.7s.
Verstappen causa bandiera rossa durante la simulazione, per un sospetto problema al cambio.
Le monoposto tornano quindi in pista per gli ultimi minuti, continuano le simulazioni del passo gara e Vettel e ancora su 1.16.0s con gomma rossa, e Raikkonen rientra anche lui su Super Soft. Vettel ha in totale 28 giri con la sua gomma.
Anche Hamilton monta la SS, fa un giro veloce, 1.15.8s, ma anche stavolta, come a Monaco, riesce a segnare il suo tempo dopo il giro di preparazione per gli pneumatici; ancora problemi per Mercedes, quindi, nel mandare subito in temperatura le gomme. La media di Hamilton è di 1.16.2s sul passo.
Alonso, invece, continua sulla simulazione qualifica, segnando il 7° tempo.
In seguito i tempi delle FP2:
di Marika Laselva
Twitter: @MarikaLaselva