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F1 Gp Canada: quel maledetto 13 giugno 1982

Riccardo Paletti Era salito sulla sua Osella. Dentro l’abitacolo una gamma di emozioni. La gioia di potersi giocare un Gran Premio. La possibilità di assecondare un sogno che si era coltivato sin da bambino. Dopo il karatè, in cui si laureò campione nella categoria juniores a soli tredici anni e lo sci alpino, i motori lo presero completamente. E divennero il suo mondo, come poi avrebbe detto anche, pochi giorni dopo la sua morte, il padre Arietto a sua volta scomparso tempo fa.

Quel giorno era il 13 giugno 1982. Riccardo era nella griglia di partenza del Gran Premio di Formula 1 del Canada a Montreal. Sta per scattare il semaforo verde. Ma davanti c’è un imprevisto. Il pilota della Ferrari Didier Pironi si sbraccia per segnalare che la sua Ferrari ha problemi d’accensione. Il semaforo verde scatta ugualmente. Paletti parte dall’ultima fila e non riesce a vedere quanto è accaduto davanti, finisce per urtare violentemente la vettura di Pironi. La sua Osella, in un attimo, diventa una torcia. Lui anche. E, per le ferite riportate, purtroppo non ce la farà. Finì il sogno, quel giorno, per Riccardo. A soli ventitrè anni.

Ma la sua memoria vive a tutt’oggi. Impossibile dimenticare un ragazzo maledettamente strappato alla vita proprio mentre il suo sogno stava prendendo forma. “Questo – ripetè il padre Arietto – era il suo mondo”. Il suo ricordo è cesellato in molte iniziative. La rivista “Autosprint” gli ha intitolato il premio “Paletti- l’Italia che vince”. L’autodromo di Varano De Melegari in provincia di Parma porta ora il suo nome. E così anche una sala della scuola civica di musica di Milano, città in cui nacque il 15 giugno 1958. Ironia della sorte, quello stesso giugno che pose fine alla sua giovane vita.

Paletti, per dare forma compiuta al suo sogno, partì da lontano. I suoi primi passi furono in Formula SuperFord, con molti podi all’attivo. Dal 1979 approdò in Formula 3 e poi, nel 1980, in Formula 2 per sostituire Johnny Cecotto, ex motociclista che aveva tentato la fortuna anche nel mondo delle quattro ruote. Dopo un terzo posto a Monza, praticamente davanti al suo pubblico essendo lui milanese, nel 1982 fu promosso in Formula 1 come secondo pilota dell’Osella con l’esperto francese Jean Pierre Jarier. La sua prima qualificazione fu al Gran Premio di San Marino di cui però riuscì’ a percorrere soltanto sette giri a causa del danneggiamento della sospensione. Poi quell’appuntamento con il Canada che sarebbe stato il suo epilogo. La Formula Uno si trovò così a dover piangere in quel maledetto 1982 un secondo pilota dopo la tragica scomparsa a Zolder di Gilles Villeneuve, cui oggi l’autodromo di Montreal è intitolato.

Il talento di Paletti non potè così dispiegarsi. Tanti gli amici che gli resero omaggio dopo la morte. E tanti quelli che ancora oggi ne serbano un ricordo delicato e commosso. All’Aprica vi è chi non ha dimenticato il primo amore di Paletti prima della Formula 1, la pista da sci. “L’Aprica non dimentica Riccardo Paletti- fu uno dei ricordi postati sul sito a lui dedicato- anzi, nell’83 lo ricorda con un trofeo a lui dedicato a cui partecipano 170 sciatori e nel corso della premiazione della prima competizione a lui dedicata il sindaco del centro turistico Silvio Negri e Arturo Merzario scoprirono una targa ricordo che è stata sistemata alla stazione di partenza della telecabina della Magnolta, “a Riccardo Paletti pilota di Formula 1- è scolpito sul granito – nei nostri ricordi e su queste piste vivrà per sempre l’amore di Riccardo, i suoi amici”. E anche il mondo del karatè ha continuato a tenerlo presente dedicandogli nel 1983 al campionato europeo della specialità di Bergamo la coppa di miglior atleta.

Ad agosto 1982 , a Brusimpiano, nella Bergamasca, è sorto un club che porta il nome dello sfortunato pilota. Corteno Golgi gli ha dedicato una via, Sesto San Giovanni un Ambulatorio piccola famiglia. Il suo nome scintilla anche nel box 16 dell’autodromo di Monza. Sono solo alcuni dei tantissimi riconoscimenti che questo ragazzo nutrito dal suo sogno di crescere con e tra i motori ha avuto postmortem.

Un ragazzo la cui vita si è spezzata troppo presto. In un fuoco traditore che spense il fuoco della passione per i motori rombanti saldamente radicata dentro di lui.

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