Bene, i test si sono conclusi e leggendo un pò i vari commenti non ho potuto fare a meno di notare un certo sconforto da parte dei tifosi Ferrari, eppure nel mio precedente articolo lo avevo anticipato:
“Io credo alle parole di Allison e dei piloti, quando dicono che hanno semplicemente seguito il loro programma, eppure questa ostentata sicurezza può voler dire solo che sono sicuri del fatto loro, in ogni caso mi sorprenderebbe vedere una Ferrari da qualifica, sono più propenso a credere che si concentreranno ancora nella gestione gara.”
Credo che la mia previsione sia stata azzeccata sotto tutti i punti di vista e, liberi di non crederci, non lo dico da “presuntuoso ferrarista”, ma da osservatore.
Premesso che non è stato affatto facile seguire questi test senza riscontri cronometrici costanti, a mio avviso non sono da tenere in considerazione i tempi secchi sul giro, perché quelli potrebbero essere falsati da tantissimi fattori, infatti molti parametri imposti dalla Federazione, potrebbero non essere stati rispettati, primo fra tutti il limite di 100 kg/ora di carburante oltre i 10500 giri, in ogni caso, in questa F1 ci sta che qualcuno possa essere più prestazionale in qualifica salvo poi dover gestire i consumi durante la gara, non dobbiamo dimenticare che quest’anno c’è un doppio parametro da rispettare, oltre a quello suddetto, ci sono a disposizione 100 kg. Di carburante per l’intera gara e qualcuno che “gode” di prestazioni maggiori, è vero che potrebbe raggiungere il limite massimo in qualifica, ma poi in gara sarebbe costretto ad auto castrarsi per poter rimanere nei limiti, dobbiamo tener presente che, per regolamento, i supporti elettrici hanno una valenza prestabilita per tutti, quindi maggiori prestazioni possono derivare solo da un più intenso utilizzo del propulsore a combustione che per generare moto utilizza una reazione chimica secondo l’equazione: maggiori prestazioni = maggiori consumi. Quindi in una scaletta di priorità direi che da monitorare è:
1) l’affidabilità;
2) il consumo carburante;
3) il degrado degli pneumatici;
4) il ritmo gara;
5) la qualifica;
6) la velocità di punta
Riguardo all’affidabilità, sembrerebbe che nessuno sia esente da difetti, nemmeno la Ferrari che ha subito diversi stop, tuttavia i problemi patiti, almeno all’apparenza, sono risultati molto meno gravi di quelli che si sono presentati in Mercedes, non parliamo poi dei motorizzati Renault, purtroppo data la complessità di queste power unit, i tempi per le riparazioni sono quadruplicati, anche se il problema è di poco conto, però occorre anche dire che la Ferrari ha scelto un approccio meno aggressivo rispetto alla Mercedes, sembra infatti acclarato che la Ferrari, almeno inizialmente, girasse con la power train depotenziata, tuttavia il 28 febbraio la Ferrari di Alonso ha potuto girare senza apparenti problemi, anche se Alonso ha dichiarato che qualcosa ha modificato agendo sui manettini del volante, per non precisati piccoli problemini. Detto questo è prematuro dare giudizi, ma questo vale per tutte le scuderie in competizione.
Riguardo al consumo carburante, credo di poter affermare che chi è messo meglio è proprio la Ferrari, perché sempre il 28 febbraio, nella sua simulazione di gara Alonso è riuscito ad inanellare 62 giri consecutivi ed è stato interrotto da una bandiera rossa, per contro, dando un’occhiata all’orticello del vicino,
Rosberg si è dichiarato preoccupato dal consumo eccessivo, mentre Button è stato finanche più esplicito dicendo che con un pieno è riuscito a coprire la distanza di 305 km non sufficienti ad effettuare tutti i 57 giri del GP del Bahrain, peraltro in gara con la pressione degli avversari non è certo facile gestire il consumo al meglio, se sei tallonato da un’altra macchina non puoi certo alzare il piede dall’acceleratore. Cercando di mettere insieme le informazioni riguardo ai tempi effettuati nelle simulazioni, sembrerebbe che Rosberg abbia iniziato con un 1:40 alto e sia arrivato al primo pit stop dopo una quindicina di giri con un degrado abbastanza elevato, con tempi di circa 1:43, pertanto per coprire l’ipotetica distanza del GP del Bahrain, avrebbe dovuto necessariamente effettuare due pit stop; stessa cosa per Hamilton che avrebbe effettuato due stop, iniziando con un tempo piuttosto alto sull’1:42, mentre Alonso ha effettuato un primo run di ben 30 giri, rimanendo costante sul tempo di 1:40, fino a circa cinque giri dal pit stop e sia andato al cambio con un tempo di 1:43, dopo il cambio gomme ha fatto la stessa cosa con il nuovo set di pneumatici, però, come ho già detto si è fermato al 62° passaggio per una bandiera rossa.
Infine riguardo alla velocità di punta, la Ferrari si è dimostrata velocissima con 340 km/h e devo dire che questo mi ha sorpreso, perché credevo che con i nuovi steep aerodinamici ne avrebbe risentito anche la velocità, infatti, aumentando l’inclinazione dei profili diminuisce la penetrazione aerodinamica, invece, con mia sorpresa, ciò non è accaduto e questa è una buona notizia, perché se da un lato la Ferrari potrebbe essere “ancora” carente di carico aerodinamico, dall’altro su questo fronte è sempre possibile intervenire e migliorarsi, inoltre, qualora la Ferrari dovesse risultare ben bilanciata in curva, una maggior velocità di punta dovrebbe essere indispensabile nel caso in cui si debba recuperare da posizioni più arretrate, in quanto sarebbe favorita nei sorpassi (tra l’altro quest’anno l’angolo di apertura del DRS è maggiore).
Se c’è un punto in cui credo che la Ferrari sia penalizzata, quello è sicuramente la qualifica e lo dico a ragion veduta, infatti ho notato che mentre Hamilton non aveva alcuna difficoltà a fare il tempo nel primo giro, Alonso ha impiegato ben 4 giri (su un run da sei), per cui un secondo di distacco dalla Mercedes è sicuramente bugiardo in relazione alle effettive potenzialità della F14 T, tuttavia sembrerebbe confermare che in Ferrari non abbiano affatto risolto le difficoltà di mandare in temperatura gli pneumatici, (ed in questo io vedo la dichiarazione di Alonso quando ha affermato “ci manca ancora qualcosa”) un problema insito e cronico, ma forse è il prezzo da pagare per avere tutta un’altra serie di vantaggi.
Da quello che ho scritto, al di la di quelli che saranno i risultati in gara, direi che la Ferrari ha scelto una strada diversa, rispetto a tutti i suoi avversari, e non hanno motivo di esistere talune critiche di tifosi delusi, bisogna solo attendere il responso della pista, per deliberare quale sia stata la scelta migliore, chi avrà avuto ragione: chi ha scelto di puntare alla prestazione pura o chi punta alla razionalizzazione delle risorse?