Tutto cambia e tutto resta uguale. Si potrebbe riassumere così la prima giornata di prove libere del GP d’Australia. Gara di debutto del mondiale 2017 di F1.

Sì ,perché sebbene il Circus sia diventato dall’oggi al domani americano, e le regole del gioco siano state stravolte con macchine più veloci ed aggressive, accompagnate da gomme molto più grandi. Il risultato finora non si è alterato.

Mercedes über alles. Potremmo dire. O meglio ancora Lewis Hamilton davanti a tutti. Proiettato verso un quarto titolo, che seppur prematuro da proclamare sembra già nelle sue mani.

Alle spalle dell’inglese l’altra di W08 di Valtteri Bottas, con la Ferrari, unica speranza al momento di non vedere l’ennesimo dominio tedesco, a fare capolino a non più di 1”2 di distacco dal vertice. Pur avendo accusato nel corso della mattinata un problema tecnico sulla SF70-H di Vettel. Forse il primo vero guasto importante dall’inverno ad oggi.

 

A mordere il podio ma leggermente più lenta la Red Bull. Da cui ovviamente non ci si può non aspettare una zampata da qui ai prossimi appuntamenti. Se non altro per la presenza nel team del genio di Adrian Newey. Sempre capace di tirare fuori il coniglio dal cilindro anche nei periodi bui. Senza dimenticare i due piloti Daniel Ricciardo e Max Verstappen. Ansiosi di sbranarsi a vicenda.

Per quanto concerne il resto, è noia o quasi. Tutti abbastanza distanti e in un mischione in apparenza indecifrabile.

In linea di massima si è comportata bene la Haas, soprattutto con Romain Grosjean, stabile ottavo.  Ha dato qualche segno di vita la Williams. Perlomeno con Felipe Massa. Considerato che l’acerbo Lance Stroll sta ancora prendendo le misure ad una categoria per lui nuova. Onde evitare disastri con annesse polemiche per i suoi 18 anni.

La Pantera rosa del gruppo, alias la Force India di Esteban Ocon e Sergio Perez,  ha viaggiato più o meno a braccetto con la Toro Rosso di Carlos Sainz e Daniil Kvyat.

Mentre se la Renault è parsa più in forma rispetto allo scorso anni con il fresco arrivato Nico Hulkenberg, nono in entrambi turni. Con Jolyon Palmer si è fermata per alcune noie meccaniche e un botto sul rettilineo di partenza nella sessione pomeridiana.

Dulcis in fundo la Sauber di Marcus Ericsson e Pascal Wehrlein, in forte difficoltà causa un motore Ferrari targato 2016, e soprattutto la McLaren. Imbarazzante poiché costantemente tra gli ultimi. Non fosse per il dodicesimo crono di Alonso al pomeriggio, strappato con le ultrasoft.  Senza terminare in ansiogeni allarmismi il gap di Fernando e di Stoffel Vandoorne con mescola soft o supersoft non è mai sceso sotto i 2”8.

Staremo a vedere se il sabato confermerà questi valori. O se per alcuni si è trattato soltanto di un po’ di ruggine.

di Chiara Rainis

 

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