In Belgio Vettel e la Ferrari vanno oltre le avversità degli ultimi Gp, e conquistano un meritato successo di forza, con un sorpasso perentorio già al primo giro.
Merito anche della nuova Power Unit Spec3, qui sembrata superiore a quella Mercedes.

Si lotta sul filo del rasoio, dove i dettagli possono decidere gli equilibri a vantaggio d’uno piuttosto che dell’altro.
E mentre nelle scorse gare il fato, sotto forma del meteo, avevano arriso al duo Hamilton/Mercedes, qui condizioni atmosferiche “normali” hanno consentito alla Ferrari di mostrare tutto il suo enorme potenziale.

Al ritorno dalla sosta si attendeva il confronto tra le ultime evoluzioni stagionali delle Power Unit di vertice, Ferrari e Mercedes (e delle rispettive nuove specifiche di carburante e lubrificanti Shell e Petronas).
E qualcosa abbiamo potuto vedere.

Non considerando appieno le qualifiche, “viziate” dalle condizioni d’asfalto umido in Q3, in gara abbiamo potuto avere dei riscontri più veritieri.
Non tanto nel sorpasso, al giro 1, di Vettel su Hamilton, che mostra comunque quale sia la potenza dell’unità propulsiva Made in Maranello (la Mercedes, a differenza di un anno fa, non ha potuto minimamente rispondere alla manovra), quanto nell’andamento del ritmo delle due vetture in gara.

Dopo il sorpasso e l’allungo iniziale, che lo hanno portato ad accumulare un vantaggio nell’ordine dei 4 secondi, a 5 giri prima del pit stop la Mercedes, con Hamilton, ha cercato il tutto per tutto, spingendo al massimo “di mappatura” motore per riavvicinarsi alla Rossa (a meno di 3 secondi), ma riuscendo a guadagnare solo pochi decimi massimo al giro.

Curioso osservare come, al contrario di libere e qualifiche, la Mercedes fosse più lenta nel t2, settore più guidato, e più rapida in t1 e t3, settori di pura velocità.
Che qualcosa c’entrino le modifiche aerodinamiche sull’ala anteriore effettuate nel pre-griglia dal team della Stella d’Argento, probabilmente atte a diminuire la downforce globale per migliorare sul dritto?

Nei 5 giri successivi al pit abbiamo assistito allo stesso copione presedente, dove il campione inglese ha cercato l’undercut (non riuscito anche grazie all’essersi ritrovato dietro la Red Bull di Max Verstappen, autore di una gara concreta impreziosita da perentori sorpassi).
Ma subito dopo la Mercedes ha dovuto alzare bandiera bianca, alzando il ritmo (e concludendo a 10 secondi).

Probabile che, quando si debba utilizzare la modalità prestazione più estrema in gara, la Power Unit Mercedes consumi di più (nonostante 5 giri di Safety Car), costringendo poi i piloti a correre “di conserva” per risparmiare combustibile? (da notare, infatti, i continui cambiamenti di mappature sul volante operati dal pilota inglese nell’ultima parte di gara)

A Monza avremo, se non pioverà, elementi più veritieri per valutare le prestazioni anche in qualifica, dove fino ad ora c’era stato grande equilibrio (forse con un leggerissimo vantaggio Ferrari).

Monza dove, imprevisti permettendo, torneranno a “pesare” anche le prestazioni delle seconde guide dei due team di vertice.
In particolare si attende da Raikkonen una pronta risposta alle sventure delle ultime gare, e il suo ruolo sarà fondamentale per le ambizioni iridate di Ferrari e Vettel.

Ora “l’attesa Rossa” per il Gp di casa sarà ancora più febbrile, come saranno febbrili le attese dei tecnici dei rispettivi team per capire quale sarà l’outlook per l’ultima fase di una stagione contrassegnata dall’equilibrio.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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