La Red Bull si conferma la monoposto “ideale” per Montecarlo.
Ricciardo guida (fantasticamente) sopra i problemi, davanti alla Ferrari di Vettel e alla Mercedes di Hamilton.

La Red Bull ottiene un trionfo preannunciato fin dalle libere del giovedì nel toboga di Montecarlo. Trionfo che senza l’erroraccio di Verstappen prima delle qualifiche (autore comunque oggi di una gara solida, segno che se inizierà a “usare la testa” potrà progredire enormemente) sarebbe potuto trasformarsi in doppietta.

Comunque sia, Daniel Ricciardo si conferma come il pilota migliore in casa anglo-austriaca, velocissimo e concreto (riesce a portare a termine la gara nonostante un problema elettronico all’ERS, ossia alla parte ibrida, della Power Unit, che lo ha costretto a poter utilizzare per oltre metà gara solo le prime sei marce).
E tutto ciò non farà che alimentare le voci sul suo futuro (ma pare esserci un riavvicinamento col team di Milton-Keynes).

La Red Bull-Tag Heuer/Renault, grazie al passo più corto del lotto ma, soprattutto, al suo raffinato sistema sospensivo (che qui dovrebbe aver avuto un upgrade, si è dimostrata come la monoposto da battere in ogni condizione a Montecarlo.
La più veloce in qualifica (unica a scendere sotto l’1:11 a Monaco) e la più “gentile” e costante con le gomme più tenere del range Pirelli (Pink HyperSoft e Purple UltraSoft) qui disponibili.

Sicuramente la tipologia del tracciato ha fatto pesare meno il gap motoristico della monoposto concepita da Adrian Newey rispetto ai rivali italiani e tedeschi.
Un passo che la RB14 potrebbe mettere in mostra con analoga consistenza anche nel tortuoso circuito ungherese dell’Hungaroring.

Gomme che qui tornavano nella versione “standard” di spessore del battistrada, portando la Mercedes a paventare nuovamente problemi di durata gomme, dopo che il battistrada “slim” utilizzato a Barcellona ne aveva “miracolosamente” risolto ogni problema.
Vedremo cosa accadrà tra due Gp, in Francia, quando Pirelli porterà nuovamente quella stessa tipologia di pneumatici.

Brutto, molto brutto (e indirettamente ammesso dal diretto interessato) il comportamento del “terzo pilota Mercedes” Ocon, che dietro richiesta esplicita (direttamente da Mercedes o Force India non lo sapremo mai) ha ceduto la posizione senza lottare a Hamilton e Bottas.

Guardando in casa Ferrari, dopo la debacle spagnola, dovuta anche alle gomme “ribassate” Pirelli, la SF71-H è tornata sui suoi standard prestazionali abituali.
Messe a tacere le polemiche lanciate in maniera velata da Mercedes (e dai due “licenziati del Cavallino” Sassi e Allison) su batterie e specchietti retrovisori (qui modificati per rispondere alle eccezioni FIA di Whiting), la vettura del Cavallino è stata quella più vicina alla velocissima Red Bull e ben più prestazionale del “transatlantico” (passo più lungo di tutti) Mercedes.

Ferrari che comunque non riusciva a portare in temperatura gli pneumatici nella stessa maniera “perfetta” di Red Bull, nonostante le gomme di gamma più morbida e le temperature asfalto superiori ai 35° (anche in qualifica, con oltre 40° di temperatura, Vettel e Raikkonen hanno lamentato un leggero eccesso di sottosterzo, soprattutto in curva 1).

Forse l’unica “nota dolente” per la Scuderia di Maranello è stata la performance di Kimi Raikkonen, che non è mai riuscito a fare gioco di squadra per aiutare il team-mate Vettel nel guadagnare più punti sul rivale iridato Hamilton (3 punti raccimolati qui dal tedesco sull’inglese).

Epilogo sfortunato per il promettente “talento di casa” (e junior driver Ferrari) Charles Leclerc, che ha concluso la sua gara col tamponamento, causa freni anteriori ko, della Toro Rosso di Hartley, dopo aver fatto comunque un ottimo weekend fino a quel punto.

Tra due settimane nuovi scenari tecnici ci attendono.
Sulla veloce pista canadese di Montréal esordiranno le seconde evoluzioni delle Power Unit Mercedes (che dovrebbe andare a migliorare la prestazione sul giro secco) e Ferrari (che, con la nuova testata dell’ICE, andrà invece a ottimizzare i consumi “liberando” più cv da sfruttare in gara).

Ma attenzione, perché su una pista con temperature medio-alte, le gomme Pirelli Hypersoft, che già qui a Monaco hanno costretto i piloti a passi gara “anomali” (più lenti anche di 9 secondi rispetto al giro più veloce di qualifica), potrebbero riservare importanti sorprese.

di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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