Lewis Hamilton trionfa nel Gran Premio degli Stati Uniti, raggiungendo, così, la sua 50° vittoria in carriera, precedendo al traguardo il compagno di squadra Rosberg e l’australiano Daniel Ricciardo; male le Ferrari con Vettel quarto e Raikkonen out. Bellissimo quinto posto e duello finale per Fernando Alonso che precede l’altro spagnolo della Toro Rosso Sainz. Cinquantesima Formuvittoria che sembrava proprio non voler arrivare, facendosi aspettare per ben cinque appuntamenti, nei quali il pilota britannico si è visto sempre più lontano dalla vetta della classifica mondiale, ora vicina “solo” 26 punti. Un nulla se consideriamo i 25 punti che vengono assegnati ad ogni vittoria, ma un abisso se pensiamo che il tuo diretto rivale è anche tuo compagno di squadra e che guida una Mercedes e che al massimo può arrivare secondo. Infatti a Nico Rosberg basteranno altri due posizioni d’onore e il gradino più basso del podio per laurearsi campione del mondo. Alla partenza ottimo spunto di Ricciardo che, sfruttando le super soft e quindi il maggior grip, riesce a sopravanzare alla prima curva Rosberg che fa di tutto per evitare contatti o inutili rischi, lasciando la porta abbastanza aperta e pensando da ragioniere. La gara è molo viva con i primi sei piloti che viaggiano sugli stessi tempi e, con le temperature dell’asfalto diverse da quelle incontrate venerdì, saltano tutte le strategie preventivate nel pre-gara. Soltanto la Virtual Safety Car, una delle più brutte invenzioni della storia della F1, permette a Rosberg di riguadagnare la seconda posizione ai danni di Ricciardo il quale, con il set di gomme medie montato al 26° giro, poteva tranquillamente arrivare fino alla bandiera a scacchi, cosa che invece non poteva fare il tedesco della Mercedes che si sarebbe dovuto sudare la posizione in pista. Ma come si sa i mondiali si vincono sia per bravura ma anche per fortuna. La Ferrari vola verso il Messico con le ossa rotte: Vettel, su una strategia a due soste ma abbastanza lontano dalla zona podio, soffre, nella parte centrale della gara, di un problema all’alettone posteriore che ne limita il carico aerodinamico, rallentandolo non poco; invece Raikkonen, autore di una buona prestazione con le gomme super soft (il più veloce in pista con questo compound), e su una strategia molto più aggressiva con la quale stava cercando di insediare la terza posizione di Ricciardo è, invece, costretto al ritiro per un problema di fissaggio della ruota posteriore destra all’ultimo pit-stop, evitando così un indagine dei commissari di gara per “unsafe release”. Ora la seconda posizione nella classifica costruttori è un miraggio e con la casa austriaca lontana 53 punti, l’obbiettivo minimo per questo finale di stagione sembra quasi impossibile. Non resta che guardare al futuro, sperando in un 2017 che possa regalare maggior soddisfazioni al popolo ferrarista.
Francesco Saverio Falco