Charles Leclerc ha tutte le caratteristiche del prodigio. L’età, la precoce maturità ed un talento naturale. Ad Abu Dhabi, nella settimana più delicata della sua vita, il giovane monegasco ha dimostrato di saper anche gestire la pressione.

“Il giorno che aspettavo da sempre”, ha dichiarato un emozionato Leclerc ai microfoni di Sky. Il neo pilota della rossa si è calato, per la prima volta e senza timori, nell’abitacolo di una Ferrari. Nei test ha girato con regolarità (135 giri) e su tempi eccellenti. Charles Leclerc ha segnato il crono più veloce in assoluto in 1’36”450, ma ciò che conta in questa fase è tutelare il potenziale di un ragazzo giovane, per il suo bene e per quello della Ferrari.

La nuova era Ferrari

Charles Leclerc ha raggiunto il vertice della F1 bruciando tutte le tappe. Era dal 1961, con il ventenne Ricardo Rodriguez in pista, che non si vedeva un ragazzo così giovane dalle parti di Maranello. Quando arrivi al top a soli 21 anni la vera difficoltà è rimanere in vetta. Lewis Hamilton è l’esempio di pilota moderno che ha debuttato giovanissimo in un top team, McLaren-Mercedes, ed ha avuto la capacità di confermarsi anno dopo anno, in due diverse epoche della F1, ai primi posti delle graduatorie.

Le mescole, le vetture e la Formula 1 stessa è una disciplina motoristica in continua evoluzione. Le capacità di un pilota si misurano anche fuori dalla pista. Fare le scelte opportune e trovarsi nell’abitacolo giusto al momento giusto sono le chiavi per il successo. Charles Leclerc non poteva approdare alla Ferrari in un momento migliore. C’è una dannata voglia di vincere e la macchina, nel corso del 2018, ha dimostrato di essere molto competitiva. Sono stati più gli errori “umani”, che quelli tecnici, ad aver spinto la Ferrari fuori dalla lotta al titolo. Per sua stessa ammissione, Sebastian Vettel ha riconosciuto i suoi errori, ma le strategie al muretto Ferrari non sono state impeccabili. Sul piano progettuale, la SF71H si è rilevata la miglior monoposto degli ultimi dieci anni del Cavallino Rampante. Occorre un piccolo sforzo di memoria e risalire al 2008 per un progetto tecnico, altrettanto nobile. Nel 2018 è mancata la gloria. Quella che vuole prendersi in Ferrari nel 2019 Charles Leclerc.

Arroganza o autostima

“Non sarò in Ferrari solamente per imparare. Difatti se la monoposto sarà competitiva voglio lottare per il titolo – ha dichiarato Leclercnon ho intenzione di fare il secondo accanto a Sebastian Vettel. Sono orgoglioso di poter fare esperienza accanto ad un campione del mondo, ma farò di tutto per batterlo”.

Charles Leclerc è sembrato, sin dalle prime dichiarazioni, sicuro di poter competere con il titolato team-mate tedesco. Occorre non iniziare, però, una guerra mediatica fra i due piloti della rossa. Un confronto acceso tra compagni di squadra, almeno che non si disponga di una vettura irraggiungibile, se sfocia in una lotta intestina può solo favorire la concorrenza.

Sebastian Vettel sfrutterà la pausa invernale per ripartire al meglio nella prossima stagione e Charles Leclerc deve crescere, grazie all’aiuto ed ai consigli del tedesco. Devono comporre una squadra affiatata e l’uno deve essere stimolo per la crescita dell’altro. Malgrado il 2018 di Sebastian Vettel sia finito non all’altezza delle premesse, attaccarlo per il suo testacoda nei test di Abu Dhabi in contrapposizione con l’esordio del giovane compagno, è sembrato eccessivo.

Il caldo arabo ha acceso la miccia

E’ bastato che Charles Leclerc andasse tre decimi più veloce di Vettel per scatenare un fuoco mediatico. Il pericolo di bruciare Leclerc, al primo errore in stagione, è il rischio più grande per un ragazzo così precoce. La Ferrari deve proteggerlo in vista del vero battesimo del 2019, ossia l’asfalto di Melbourne. Charles Leclerc deve salvaguardare il suo estro, magari con dichiarazioni meno altisonanti. Per sua fortuna, nonostante l’alto lignaggio delle sue origini monegasche, la sregolatezza frivola non rientra nelle caratteristiche personali di Charles.

Leclerc ha iniziato a correre sui kart nel 2005, a otto anni, grazie anche alla passione dal padre Hervé, ex pilota di Formula 3. Una passione sempre difficile da conciliare con lo studio. “Come tutti i piloti era difficile combinare sia le corse che la scuola – ha raccontato Leclerc – ho provato a farlo nel miglior modo che potevo: studiavo a casa e mia nonna mi aiutava sempre a fare i compiti quando tornavo dalle corse, si prendeva sempre cura di me”.

L’approccio al racing non è mai stato quello di un bambino della sua età: “Dal giorno in cui ho iniziato a competere con gli altri sono sempre stato lì per vincere. Non gareggiavo mai come se stessi andando a giocare a tennis la domenica…“

Una storia da predestinato

Nel 2011, a quattordici anni, entrò a far parte della All Road Management (ARM), fondata da Nicolas Todt (figlio di Jean Todt, ex direttore generale della Scuderia Ferrari e attuale presidente della FIA). Il potente manager ha favorito la crescita del giovane talento monegasco e Leclerc gli è molto riconoscente: “È una delle persone più importanti che ho conosciuto nella mia carriera. È molto più di un manager, è parte della famiglia”. A marzo 2016, quando la Ferrari decise di inserirlo nella Ferrari Driver Academy, la buona parola di Nicolas Todt incentivò Leclerc a dare il massimo per un futuro in F1.

Charles Leclerc è un ragazzo di 21 anni che ha già sofferto per la morte di due figure rilevanti nella sua vita: suo padre ed il suo amico Jules Bianchi. La scomparsa del padre è concisa con un clamoroso risultato sportivo. “Credo che il mio più grande risultato in termini di prestazioni sia stata la pole position di Baku, pochi giorni dopo la morte di mio padre”, ha confessato Leclerc – sono andato a quel weekend senza aspettative, ma al tempo stesso volevo renderlo orgoglioso. Ho corso per lui, mi ha dato forza”.

Il coraggio ed il profondo vuoto lasciato da Jules Bianchi nelle sue parole: “Ho passato la maggior parte della mia vita a correre con Jules – ha raccontato Charles – abbiamo passato quasi tutti i weekend liberi a girare sulla pista di suo padre. Non ho mai combattuto con nessun altro così a lungo come con Jules, non credo sarà possibile battere questo record”.

La scomparsa di Jules Bianchi, predestinato ad una carriera brillante in F1, non ha indebolito la passione di Leclerc per la corsa ai massimi livelli professionali. Arrivare in Ferrari è un omaggio a Jules, che lo guarderà dall’alto e che lo ha aiutato a diventare il giovane grande Charles di oggi.

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