F1 – Pronti o no, la prossima rivoluzione regolamentare della Formula 1 è prevista tra soli tre anni. Il regolamento del 2026 si baserà sulle nuove power unit, ma includerà anche un maggiore uso dell’aerodinamica attiva.

Vietata dal 1969, ad eccezione dell’effimera ala anteriore regolabile del 2009/2010 e del DRS, la reintegrazione dell’aerodinamica attiva renderebbe possibile preservare i livelli di deportanza e ridurre la conseguente resistenza aerodinamica.

Attualmente i punti che la dovrebbero regolamentare sono ancora in fase di discussione e i tecnici lavorano motivati dall’idea di rendere più semplice il raggiungimento degli obiettivi di efficienza.

Tombazis
F1 2026 Nikolas Tombazis

“Vogliamo avere un risparmio energetico di base sul giro”, ha spiegato Nikolas Tombazis (responsabile delle questioni tecniche per le monoposto della FIA) in un’intervista.

“L’obiettivo è quello di consumare il minor quantitativo possibile di carburante per fare un giro. E stiamo lavorando sul fronte dei regolamenti per quanto riguarda i motori, puntando più sull’elettrico e meno sull’ICE (motore a combustione interna).

“Ma vale sempre la regola secondo cui, per consumare meno energia, un’auto deve anche incontrare la minor resistenza aerodinamica possibile. In altre parole, meno un’auto fatica per spostare l’aria, minore sarà il consumo di energia”.

“Allo stesso modo, però, non vogliamo compromettere completamente le velocità in curva, quindi l’intervento più ovvio è quello di optare per un’area, che si tratti di un’ala posteriore mobile o qualcosa di simile, che consenta alle auto sul rettilineo di avere una resistenza aerodinamica inferiore”.

L’obiettivo è quindi quello di avere due versioni della stessa vettura: una per le curve e una per i rettilinei, che possono essere alternate per ovvi motivi di efficienza e prestazione.

“I team potranno accedere a queste due ”versioni” in qualsiasi momento, invece di essere costretti a non superare la vettura che li precede per trovarsi poi in zona DRS” ha detto Tombazis. “Stiamo studiando soluzioni che vadano oltre, ma che mantengano i vantaggi del DRS”.

“Quindi i progetti delle monoposto saranno più elaborati, perché ci sarebbero due stati di prestazioni della medesima vettura”.

Tombazis ritiene che il DRS rimarrà, probabilmente, parte integrante della F1 a lungo, complici i problemi causati dalla turbolenza dell’aria.

Power unit 2026 Ferrari
Power unit F1 2026 Ferrari

L’esatta forma che assumerà il DRS secondo le regole del 2026 non è ancora stata definita e si è ipotizzato che potrebbe essere utilizzato per rallentare una vettura di testa, anche se è più probabile che rimanga la convenzione degli ultimi 12 anni, ovvero che la vettura dietro riceva un po’ di assistenza. Ma la F1 sta valutando un’ampia gamma di potenziali applicazioni diverse per migliorare l’efficacia del DRS.

“Dobbiamo anche considerare che per il 2026 probabilmente avremo, o meglio, vogliamo avere, auto con una resistenza aerodinamica molto più bassa rispetto a quanto ottenuto fino ad oggi. Stiamo quindi riducendo enormemente la resistenza aerodinamica, per puntare a una maggiore efficienza”.

“Questo comporta necessariamente un’aerodinamica mobile, che per certi versi è un po’ come un DRS. Quindi non credo che vedremo presto auto senza DRS”.

Anche se in passato la F1 ha preso in considerazione questa possibilità, non è prevista la reintroduzione delle sospensioni attive (rimosse alla fine del 1993).

Fu ipotizzato anche un sistema specifico già per il 2022, con funzionalità limitate, e la regolazione dell’altezza di guida. All’inizio dell’anno si pensava potessero essere una soluzione ai problemi di porpoising ma successivamente questa strada venne abbandonata.

Secondo Tombazis, l’impatto dell’active ride (ovvero il sistema di sospensioni mobili) sulla riduzione della resistenza aerodinamica sarebbe di gran lunga inferiore rispetto alle opportunità aerodinamiche.

“Ha un impatto, ma non grande come quello delle ali”, ha detto. “Inoltre, le sospensioni attive possono portare con loro una vasta gamma di problemi”.

“Vogliamo anche che le vetture rimangano stimolanti per i piloti, non vogliamo che possano regolare il bilanciamento della vettura così facilmente da renderla meno impegnativa per i piloti. Vogliamo che rimanga una sfida”.

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