Virtualmente ci staremmo preparando al GP di Spagna.
Praticamente la bandiera rossa sul Mondiale F1 è ancora li, a mantenere tutti ai box.

Sventola ancora la bandiera rossa sul Mondiale F1. Chi l’avrebbe detto che agli inizi di Maggio, non ci sarebbe stata nessuna polemica a colorare i weekend di gara. Chi l’avrebbe detto che a questo punto della stagione, non c’è ancora una stagione.

Forse molti tifosi ferraristi stanno quasi gioendo, nel NON vedere le loro rosse preferite prender secondi su secondi dalle Mercedes o forse anche dalle Red Bull. C’è anche chi, come me, crede che i proclami dell’ Ing. Binotto, sul fatto che la Ferrari potesse essere indietro alla grande da inizio stagione rispetto agli avversari, non fossero cosi veritieri. Non lo sapremo mai.

La bandiera rossa del Mondiale F1 è ancora li a sventolare, a ricordarci che ancora siamo in battaglia. Non per una pole position, non per una vittoria, un posto a podio o un posto a punti. Più semplicemente e più duramente, per la nostra vita.

Il titolo di questo pezzo sarebbe potuto essere “The show must go on”. Ma in fondo, lo show è quando c’è un pubblico, è quando c’è adrenalina. E’ anche quando c’è sicurezza del divertimento e non rischio incalcolato per chi viene li a guardare i propri idoli.

Sono stati mesi difficili per tutto il mondo, ma in un certo qual modo non ci si può fermare del tutto. La Terra continua a girare
e noi con essa dobbiamo riprendere a farlo.

Perciò anche la F1 dovrà riprendere a girare.

Come? Ho immaginato molte gare senza pubblico, senza gli spalti pieni e le bandiere al vento. Senza personaggi famosi a calcare la pit lane e le belle ragazze a far girare la testa anche ai piloti. Senza i bambini e i ragazzi, che in questi uomini vedono veri e propri eroi. Saranno proprio questi eroi a soffrirne di più; loro, senza il pubblico che li incita e li applaude, probabilmente sentiranno diversamente una vittoria, o un piazzamento per chi lo vede come una vittoria.

Per chi la F1 è solo uno sport da tv sicuramente cambierà poco; per chi invece questo sport è molto di più, cambierà tutto.

Perciò, the show must go on. Soprattutto perchè, al netto di ogni fattore sportivo, la F1 è un azienda, che produce soldi, una marea di soldi. Ad essa sono annesse tantissime aziende che fanno soldi e  lavoro con la F1. Basti pensare ai circuiti stessi, solo per citare.

Chi più perde in tutto questo regime di bandiera rossa sul Mondiale F1, probabilmente sono proprio i team. Che è come se non esistessero.

Emblematiche le parole di Louis Camilleri, che ha mostrato il quadro economico della Ferrari in assenza da F1:

La F1 è, senza dubbio, l’attività che inciderà maggiormente il nostro bilancio nel 2020. Il Campionato aveva a calendario 22 gare. FIA e
Liberty Media vogliono organizzarne uno a 18 gare, ma molte saranno senza spettatori. Ciò implica una drastica riduzione delle entrate generate
dai diritti commerciali e dagli sponsor.

 

Una stagione ancora non iniziata ma che già lascia un brutto segno, per tutti stavolta. Perchè gli investimenti sulle monoposto 2020 sono stati importanti per tutti e se non si corre, nessuno paga.

In realtà, nessun team soffrirebbe meno della Ferrari, che in quanto ad appeal, nel mondo, non è seconda a nessuno, nonostante sono diversi anni che non si vince un titolo dalle parti di Maranello.

Ma più la bandiera rossa sul Mondiale F1 sventolerà, più sale il rischio di vedere meno vetture al via. E non ci sarà budget cap che tenga.

Il rischio di stravolgimento di questo sport è alto e in molti sono al lavoro per far si che non accada.

Noi possiamo solo sperare che la situazione migliori il prima possibile, perchè c’è tanta, tanta voglia di motori accesi, di caschi luccicanti, di polemiche e di lotta in pista tra uomini duri e crudi, che vanno a 300 all’ora come noi ci alziamo la mattina per andare a lavoro. C’è voglia di F1.

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