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Il GP del Qatar: una tortura per i piloti di Formula 1

Il Gran Premio del Qatar ha incoronato, nella giornata di sabato, un Max Verstappen per la 3° volta consecutiva in carriera campione del mondo; ma l’evento tenutosi lo scorso fine settimana è finito sotto i riflettori mediatici anche per un altro motivo: la difficoltà fisica che i piloti hanno dovuto affrontare.

Logan Sergeant si è persino dovuto ritirare, a poco meno di una ventina di giri dalla fine della gara, per problemi fisici e disidratazione: le immagini del pilota americano (considerato uno dei più fisici all’interno del paddock) che faceva fatica ad uscire dalla sua monoposto per essere poi visitato da un medico, hanno fatto il giro del mondo. Anche Alex Albon è dovuto recarsi al centro medico per una visita dopo essere sceso dalla sua vettura. Nonostante i piloti di Formula 1 siano degli atleti particolarmente preparati, al pari di qualsiasi altro atleta professionista, questo weekend le cose si sono fatte più complicate del previsto per diversi motivi:

  • L’elevata temperatura esterna nonostante il GP fosse in notturna
  • L’elevatissima temperatura dell’asfalto
  • La disidratazione
  • L’elevatissima umidità
  • La quasi totale assenza di vento
  • L’obbligo dei 3 pit stop, che ha reso quasi ogni giro un giro di qualifica, facendo tornare un po’ i piloti ai tempi di Schumacher, senza la gestione gomme
  • Le tute ignifughe

La prova affrontata in Qatar deve essere stata anche più impegnativa fisicamente della stessa Singapore, che è notoriamente nota per essere la gara materialmente più tosta dell’intera stagione, tanto che spesso fra i piloti si sente dire che “se sei pronto per Singapore, sei pronto per qualsiasi gara“. Lo scorso anno io stesso ho avuto l’occasione di essere presente di persona al round di Singapore, e mai avevo visto i piloti così stremati come al termine dell’appuntamento asiatico, ma questa volta in Qatar probabilmente le cose sono andate anche oltre:

“Questi sono stati i punti più combattuti per cui abbia mai dovuto lottare”, ha detto Ocon. “Mi sentivo male, al giro 15-16 ho vomitato per due giri nell’abitacolo, e poi ho pensato, ‘Merda, sarà una gara lunga.’ Ho cercato di calmarmi, ho cercato di ricordare che la parte mentale nello sport è la parte più forte del corpo, e sono riuscito a tenerla sotto controllo e a finire la gara. Ma onestamente non mi aspettavo che la gara fosse così dura. Normalmente riesco a fare due distanze di gara, anche a Singapore. Fisicamente a livello muscolare e cardiovascolare sto sempre bene. Faceva così caldo che volevo aprire la visiera in rettilineo, perché non avevo aria, e stavo cercando di far entrare un po’ d’aria nel casco anche con la mano. Onestamente, era un inferno lì dentro.”

Effettivamente abbiamo visto, anche durante gli onboard della gara, come molti piloti sul rettilineo principale aprissero la visiera o alzassero le mani fuori dall’abitacolo per cercare un minimo di aria che potesse rinfrescarli; non a caso la Coppa del Mondo dei Campionato di Calcio lo scorso anno si è tenuta dal 20 novembre 2022 al 18 dicembre 2022.

Direi più difficile di Singapore“, ha detto Valtteri Bottas. “Solo la temperatura nell’abitacolo sembra essere quasi eccessiva, come se fosse al limite che qualcuno potrebbe avere un colpo di calore.”

L’obbligo dei 3 pit stop non ha aiutato, nonostante la regola fosse stata inserita per prevenire eccessiva usura agli pneumatici e preservare quindi la sicurezza dei piloti che guidano, questo ha reso di fatto impossibile la gestione gomme, rendendo ogni giro del Gran Premio come se fosse un giro di qualifica, più impegnativo fisicamente per i piloti rispetto ad un giro in gestione gomma.

Anche l’umidità ha contribuito: quando l’aria risulta particolarmente umida significa che è ricca di vapore acqueo, il nostro corpo riesce a regolare la temperatura corporea quando fa caldo con il sudore, ma se nell’aria è già presente un eccessivo quantitativo di molecole di acqua l’evaporazione del sudore dalla nostra pelle avviene in modo meno efficiente, risultando in una percezione maggiore del calore.

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