Per il ventesimo appuntamento stagionale, La Formula 1 fa il suo debutto (non senza qualche polemica in pista e fuori) sul circuito qatariota di Al Daayen, 5380 metri che fino ad oggi erano stati calcati solo dal motomondiale.

In un circuito quindi vergine dal punto di vista dei record per quanto riguarda le quattro ruote, Hamilton ha pensato bene di piantare l’ennesima bandierina (con questa fanno 102 pole) sul suo personalissimo palmares, con una prova di forza mostruosa che ribadisce ancora una volta, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che sia lui che la sua Mercedes n° 44 godono di ottima salute e che non hanno alcuna intenzione di abdicare in favore di Versatappen e della Red Bull.

Il baronetto inglese, con un insolito casco arcobaleno (indossato in segno di protesta per lo stato dei diritti umani in Qatar) rifila quasi mezzo secondo al suo diretto rivale in evidente difficoltà nel tenere il passo e, per giunto, under investigation proprio in queste ore per non aver rispettato le bandiere gialle nell’ultimo settore per l’incidente di Gasly.

Come di consueto, andiamo ad analizzare la telemetria dei due giri più veloci per capire le differenze di approccio al circuito di Al Daayen da parte di Hamilton (grafico nero) e Verstappen (grafico blu).

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Alla fine del lungo rettilineo principale stavolta è Verstappen a far registrare la velocità più elevata (319 km\h contro i 317 km\h di Hamilton), ma poi l’olandese sceglie (come già visto in Brasile) un approccio più aggressivo in ingresso, portando tanta velocità in più in ingresso ma risultando sistematicamente più lento (in termini sia di velocità che di tempo) fino al primo intermedio dove accusa già un pesante ritardo di oltre un decimo (PUNTI 1, 2 e 3).

Ma va addirittura nel secondo settore, nel tratto compreso tra le curve 6 e 12 dove la Meredes vola letteralmente e rifila altri due decimi e mezzo a Verstappen. Il più “scolastico” slow in – fast out di Hamilton paga più della strategia tutta di attacco dell’olandese che continua a portare molta velocità in più in ingresso a discapito di una uscita più lenta e meno fluida (PUNTO 7b) con l’inglese che riesce sempre a tornare sul gas prima (DAL PUNT0 4 AL PUNTO 10 e PUNTO 7a).

A curva 5 Verstappen ritarda di molto la parzializzazione rispetto ad Hamilton dovendo poi sollevare molto di più il piede rispetto al rivale pagando tantissimo in velocità di uscita (12 km\h PUNTO 4 e 4a).

Nel terzo ed ultimo settore (il migliore per Verstappen con “solo” 0,088 millesimi di ritardo), si ripete esattamente la stessa cosa (PUNTI 11 e 11a) con l’olandese che chiede troppo alla sua Red Bull e deve poi recuperare stabilità addirittura scalando una marcia in più (PUNTO 11b) perdendo tanto in velocità di uscita.

L’ultima curva, la 16, non fa eccezione, con l’olandese che frena decisamente più tardi per ma poi paga 13 km\h in meno in uscita sul rettilineo (PUNTO 12) con l’acceleratore aperto nemmeno per metà corsa quando quello di Hamilton è già premuto all’80% (PUNTO 12a).

Chi delude nelle qualifiche del Qatar è anche Leclerc, che nonostante l’utilizzo della mescola più morbida a disposizione nell’ultimo, disperato, tentativo per accedere al Q3, si becca oltre due decimi dal compagno di squadra che ha stampato invece il suo giro più veloce con le gomme medie.

Alla luce di un secondo e terzo settore sostanzialmente identici (appena sette millesimi di differenza in totale), cerchiamo di capire dove il monegasco ha perso nel primo settore.

Stupisce come nelle prime due curve nonostante il vantaggio di mescola, Sainz riesca ad essere più veloce sia al punto di corda che in uscita (PUNTI da 1 a 4), con punte di anche 10 km\h di differenza.

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Decisiva (in negativo) per Leclerc è curva 5, dove nonostante sia flatout rispetto allo spagnolo che alza leggermente il piede, paga ben 14 km\h in meno, riuscendo a recuperare qualcosina (8 km\h) nell’immediato tratto successivo a causa di una incertezza di Sainz (PUNTI 5 e 5a). Cosa non abbia girato sulla Ferrari n° 16 è difficile da dire, considerando che nemmeno il diretto interessato è stato in grado di fornire una spiegazione alla sua debacle, certo è che le premesse per il Gran Premio del Qatar non sono delle migliori per il piccolo principe monegasco.

Qualora i commissari di gara dovessero graziare Verstappen per l’episodio delle bandiere gialle non rispettate (difficile visto l’andazzo degli ultimi gran premi), c’è da giurare che all’ingresso di Curva 1 ne vedremo delle belle, considerato anche il fatto che l’olandese sarà orfano di Perez apparso in netta difficoltà e fuori dai primi 10 del Q3. Bottas potrebbe farsi perdonare la sciagurata partenza del Messico o, chi lo sa, riproporre lo stesso sgambetto ad Hamilton, ma se Verstappen verrà penalizzato, prepariamoci ad assistere ad una furiosa rimonta dell’olandese che cercherà, come in Brasile, di limitare i danni e farsi rosicchiare meno punti possibile.

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