Alessandro Graziani, su Il Sole 24 Ore, fa una analisi dettagliata della posizione finanziaria della Ferrari: “Nei giorni in cui il gruppo Fca tratta una grande fusione alla pari con Renault-Nissan, balza agli occhi un divario, apparentemente secondario, sulle valutazioni di Borsa dell’ex galassia Fiat. Oggi Ferrari capitalizza sul mercato 25 miliardi euro, esattamente il 50% in più dei 15,67 miliardi di Renault. Ferrari faceva capo fino a pochi anni fa per il 90% a Fca e per il 10% a Piero Ferrari. A fine 2015 fu deciso di quotare in Borsa il 10% per un valore complessivo superiore di circa 10 miliardi (nelle casse di Fca entrò più o meno un miliardo di euro) e poi successivamente – a inizio 2016 – di procedere con lo scorporo del restante 90% di Ferrari, attribuendo le azioni ai soci di Fca. Operazione neutra per gli azionisti (tutti, con la controllante Exor al pari degli altri).

 

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[…] Pochi anni fa quando avvenne l’Ipo Ferrari, peraltro accolta con freddezza dai mercati, nessuno poteva sapere che a distanza di poco tempo la market cap della “rossa” salisse a quota 25 miliardi. Se Fca avesse conservato quel 90%, la sua quota oggi varrebbe più di 22 miliardi. Utili per trattare da posizioni di maggiore forza alleanze industriali con colossi ben più grandi di Renault. Industria a parte, dal punto di vista finanziario lo scorporo di Ferrari è stato certamente più vantaggioso per tutti i soci
”.

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