“Bespoke“: in inglese si chiama così un abito fatto su misura, deriva dal lontano “been spoken for” ossia “quello di cui si era parlato“, letteralmente un qualcosa che fosse stato ordinato in base alle precise esigenze del cliente. Ciò che è realizzato in questo modo è un qualcosa capace di parlare al posto di qualcuno, oggigiorno ci si riferisce agli abiti realizzati appositamente per una persona, studiati e creati in maniera tale che possano incarnare alla perfezione le essenze della persona che lo indossa. Questo è quello che sembra a prima vista la monoposto che Max Verstappen guida in pista ogni settimana: un insieme di pezzi che in mano al numero #1 riescono ad emanare un’armonia unica capace di prestazioni eccezionali.
La Ferrari avrebbe invece dovuto presentare delle novità a Imola che avrebbero riportato la rossa del Cavallino in vetta alla classifica. Gli aggiornamenti ci sono effettivamente stati, ma la vetta della classifica per ora non si è vista, tanto che a conquistare la pole position, eguagliando per altro un altro record a pari merito con Ayrton Senna (maggior numero di pole position consecutive:8), è stato ancora una volta Max Verstappen che ha tirato fuori dalla sua monoposto ogni singolo millesimo disponibile.
La cosa che ha sorpreso è stato però vedere una Ferrari a Miami distante 1 decimo dalla pole position, e poi qui a Imola pagare addirittura mezzo secondo con Carlos Sainz, segno che quasi più che un miglioramento ci sia stato un lieve peggioramento a livello di performance. Il punto interrogativo rimane sulle gomme, nessuno ancora sa, nemmeno Ferrari, se la monoposto risulterà più efficiente con le gomme e consentirà quindi ai due alfieri di attaccare o meno chi li precede. Questa sarà la vera sfida per le rosse, perchè se il passo gara e la gestione gomma non dovessero essere migliorati, allora a Maranello bisognerà iniziare a chiedersi se gli aggiornami davvero ne valgano la pena o se conviene tornare alla Ferrari “vecchia”.