Una gara contraddistinta da innumerevoli variabili (pista umida nella prima fase, gomme intermedie che, col progressivo asciugarsi dell’asfalto, degradavano repentinamente, e ben 4 safety-car tra “virtuali” e reali), oltre a regalarci innumerevoli emozioni, ci ha consegnato il Campione del Mondo 2015: Lewis Hamilton.
Il pilota inglese è riuscito ad ottenere il titolo e la vittoria del Gran Premio dopo una serie di sorpassi e controsorpassi, più o meno “duri”, andata in scena col suo compagno di squadra Nico Rosberg.
Un Rosberg che, dopo l’indecisione in partenza ed il sorpasso “al limite” (con contatto) subito da parte del neocampione, era riuscito a mettersi in posizione di vantaggio, sia ri-superando in pista l’inglese, sia nel valzer dei pit-stop, ma un madornale errore al giro 48 (errore banale per un pilota a questi livelli: sbandata in accelerazione su un cordolo) consegna la corsa e la corona mondiale al compagno della Mercedes.
Durante i primi giri, sembrava che le cose, per i due Mercedes, potessero essere ben più difficili, vedendo le due Red Bull di Ricciardo e Kvyat essere più performanti delle due W06-Hybrid, grazie al notevole carico aerodinamico generato dal telaio austro-inglese: ma il gran carico aero si è poi rivelato un’arma a doppio taglio in quanto, con pista asciutta, faceva degradare velocemente le coperture Pirelli (chiuderanno poi 10° l’australiano ed a muro nel corso del giro 43 il russo).
Sul terzo gradino del podio sale uno stoico, efficacissimo Sebastian Vettel che, partito 13°, col terzo posto ad Austin conserva anche il secondo posto in graduatoria mondiale. La Ferrari, ad un certo punto della corsa, durante il secondo pit-stop del tedesco (al giro 28), dopo aver montato le gomme Medium White da portare fino al termine della gara, aveva perfino accarezzato la possibilità di vincere, ma vuoi le safety-car, vuoi le condizioni della pista, troppo umida e “fredda” per le Pirelli “bianche”, han costretto il muretto degli uomini di Maranello ad optare per una sosta aggiuntiva necessaria a montare le PZero Soft in difesa del podio.
Peggio è andata all’altro ferrarista Raikkonen: partito bene, sempre vicino al quadricampione tedesco, ha poi compromesso tutto con un errore al giro 26, dove ha danneggiato, in maniera irreparabile, la sua Sf15-T.
Al quarto posto, autore di un’altra gara da campione, troviamo la “promessa” (ma oramai è una splendida “conferma”) Max Verstappen, davanti all’altrettanto ottimo “Checo” Perez con la Force India: il messicano, alla vigilia della gara di casa, ha lottato a lungo con Vettel, ed il quinto posto è il giusto premio per una corsa ben più concreta di quella del compagno Hulkenberg, ritiratosi in seguito ad una toccata (di cui, probabilmente, è il maggiore responsabile) con Daniel Ricciardo.
Anche l’altra Toro Rosso di Sainz (che partiva ultimo dopo il “botto” in qualifica), ha compiuto una piccola impresa, giungendo a punti: il suo piazzamento però è al momento “sub-iudice” per una penalizzazione di 5 secondi inflittagli dai commisari per eccessiva velocità in pit-lane.
Infine, come sempre, in circostanze di condizioni variabili e di difficile lettura, sono venute fuori le encomiabili doti di “strateghi di gara” dei due campioni del mondo della McLaren-Honda, Jenson Button e Fernando Alonso, che approfittando di condizioni in cui potevano subire di meno la mancanza di potenza “elettrica” delle Power-Unit nipponiche, hanno regalato al team di Woking un doppio, insperato, piazzamento nella top-ten.
Dopo una gara così coinvolgente, ci sarà comunque poco tempo per rifiatare: tra sette giorni il Circus, infatti, sarà già in pista sul novo tracciato, dedicato ai fratelli Rodriguez, che ospiterà il Gran Premio del Messico.

di Giuseppe Saba

Ordine d’arrivo Gran Premio USA:

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