F1 – Non parla. Bocca cucita. E non è dato sapere se sia perchè, forse, lo hanno preso con le mani nella marmellata o perchè stia preparando una strategia difensiva. Certo, l’accusa che piove sul presidente della Fia Mohammed Ben Sulayem non è delle migliori. Nulla gli vieta di tifare per chicchessia. Ma altro è avere un tifo da fuori pista come milioni di altri supporters, altro è sfruttare il proprio ruolo per spostare le pedine in modo che la scacchiera abbia proprio la disposizione che vuoi tu. Che difficilmente coincide poi con quella che ti regala la pista.

Il number one del massimo organismo motoristico internazionale ha frequentato a lungo il mondo dei rally. E quindi dovrebbe conoscere perfettamente che le dinamiche di una gara hanno un solo giudice, o meglio un solo demiurgo, la pista. Senza che qualcuno cerchi di spostare la riga. Nella fattispecie, l’annullamento della penalità a un Alonso che si era sì beccato dieci secondi ma non ha affatto bisogno di strenne esterne perchè la vettura, lui bimondiale, la sa fare marciare benone per conto suo senza “consulenze” esterne”. E vi è da immaginare che, orgoglioso come giustamente è, l’asturiano non abbia particolarmente gradito qualora gli sia pervenuta la voce della strenna unregular che Ben Sulayem avrebbe inteso fargli. Come prima prova del mondiale, davvero una nota stonatissima che rischia di gettare discredito su una Formula Uno che già fa fatica per conto suo.

E, se si entra nella catena neurale del tifoso medio, probabilmente la domanda che rimbalza è la seguente: come posso ancora appassionarmi a questo bel gioco, perchè alla fine tale è anche se muove miliardi e fa rombare motori, se poi qualcuno dall’esterno mi toglie l’illusione che ci sia vera competizione?

A dire la verità. Ben Sulayem qualche marachella l’aveva già lasciata sulla strada. A gennaio 2023 si lasciò andare a considerazioni sessiste che suonavano così: le donne che vogliono sembrare più intelligenti degli uomini non mi piacciono. Un derapage totale, un fuoripista velenoso che vide la Fia negare che questo fosse il vero pensiero del suo numero uno sostenendo appartenesse a un sito “archiviato nel 2001” e dunque non particolarmente attendibile.

Resta da vedere ora se la Fia deciderà di battere un colpo. Magari con Ben Sulayem stesso il cui crescente silenzio potrebbe alimentare il sospetto che quanto segnalato abbia un fondamento di verità. Domandone finale: che ci azzecca tutto questo con lo sport?

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