F1 News – Uno ha sette mondiali in bacheca, l’altro tre. E la parola appagamento non gli passa neppure per l’anticamera del cervello. Lewis Hamilton da una parte, Max Verstappen dall’altra. Vuoi mai che due che si sono messi in tasca complessivamente dieci titoli iridati non cerchino di finire l’uno davanti all’altro in ogni occasione? Il copione si è visto a Budapest, al giro 63 dei 70 previsti: Max il trititolato a cercare di pigiare sul piede del gas per soffiare il terzo gradino del podio a Lewis l’eptatitolato. Il risultato? Un tocco tra le due vetture e la Red Bull di Verstappen in leggero volo aereo. Alla fine, però, quest’ultimo si è tenuto stretto il bronzo finendo a podio per la terza volta nelle ultime quattro prove, dopo la vittoria a Silverstone.
Conseguenze e Polemiche Post-Gara
Ai commissari, però, la cosa non è parsa convincente, tanto che hanno convocato entrambi i piloti per valutare una sanzione a Max, l’olandese rombante. Ma quella sanzione, alla fine, non è arrivata. Del resto entrambi sanno come sia fatta la Formula Uno, almeno a certi livelli: quando vuoi un podio fortissimamente l’adrenalina ti sale a temperatura di ebollizione e qualcosa rischi, anche se sei, come i due, un fuoriclasse del volante. Hamilton, peraltro, a fine corsa aveva subito precisato che non fosse il caso di trasformare la goccia in un mare parlando di “incidente di gara”.
Ma un predicozzo, dall’ingegnere di pista Giampiero Lambiase, Max l’olandese rombante ha finito per prenderselo: “non ho nessuna intenzione di litigare via radio con gli altri team – ha detto al pilota leader del mondiale – è una cosa infantile, infantile”. Come a dire: certo, finire a podio sarebbe stato bello per tutti, ma non prendendosi rischi che rischiano di costare caro, specie se sei campione del mondo e in cima alla concorrenza anche nell’attuale mondiale. Alla fine, tutti d’accordo: l’essenziale è che non vi siano state conseguenze fisiche per alcuno dei due. Il resto è il circus della Formula Uno e “sdrusciamenti” di questo genere ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno.
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