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F1 News Audi illustrazione copyright Salvatore Asero

F1 News – Il progetto quinquennale di Audi per puntare a vincere

F1 News – Sono passati 10 mesi da quando Mattia Binotto è entrato a far parte della Sauber in qualità di direttore operativo e tecnico, e ora è questione di mesi prima che il team svizzero di Formula 1 si trasformi in Audi. Il marchio tedesco sta affrontando la sfida della F1 per la prima volta, e sa che non sarà facile raggiungere la testa della griglia di partenza con una squadra che non sale sul podio dal 2012, più di 250 gran premi fa.

Per via degli obblighi imposti dal budget cap e per via delle restrizioni sui test aerodinamici, la decisione più ovvia è stata quella di concentrare gli sforzi del team sulle nuove regole tecniche della F1 per il 2026, sacrificando in buona parte il 2025. Ma ciò non vuol dire che questa stagione sarà completamente da buttare, come dimostra il settimo posto ottenuto da Nico Hulkenberg nel weekend inaugurale a Melbourne, seppur in condizioni della pista particolari. 

“Deve essere un anno di crescita, se possibile”, ha dichiarato Binotto ad Autosport. “Non credo che la posizione nel campionato costruttori conti quanto la lotta per i punti in ogni gara. Dobbiamo trovare la costanza nei risultati, e questo sarebbe un grande salto di qualità”. Binotto prevede che l’Audi vinca in cinque anni, ovvero che sia in lizza per il titolo nel 2030. Mentre alcune scuderie annunciano continuamente obiettivi così ambiziosi a lungo termine – basti pensare all’ormai abbandonato “progetto delle 100 gare” di Alpine nel 2021, con Flavio Briatore che ora prevede di lottare per il titolo nel 2027 – la Sauber non è stata così ambiziosa dai tempi della BMW di fine anni 2000. 

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F1 News Binotto Audi Foto Credit Media Ferrari

L’esempio al quale Binotto si rifà è quello di Jean Todt alla Ferrari, team principal della squadra di Maranello e fautore dei cinque campionati piloti consecutivi dei primi anni 2000. “Se guardiamo al passato, ero alla Ferrari e ho vissuto un’epoca fantastica con Michael [Schumacher], ma tutte le squadre hanno bisogno di un periodo per costruirsi: Jean Todt è arrivato a Maranello nel 1993 per vincere solo nel 2000, e non credo che sia l’unico esempio di come si possano gettare solide fondamenta”, ha insistito Binotto. “Basta guardare la ripresa della McLaren, che non è stata veloce. Ci vuole tempo per agire sulle infrastrutture, sugli strumenti, sulle persone, sull’organizzazione e anche sulla cultura. Audi si appresta a implementare la sua cultura tedesca in un team svizzero che ha una sua personalità e che aggiunge un’importante nicchia di stranieri. L’integrazione non sarà semplice. Quando si parla di cultura, ci si riferisce ai comportamenti, allo spirito di squadra; non deve sorprendere se ci vuole tempo. Ci vorranno tre anni per costruire e due per consolidare”.

La costruzione e il consolidamento del team si baseranno su due pilastri evidenti, che sono più che mai interconnessi: il personale e le infrastrutture. Il primo è sempre stato un problema per la squadra di Hinwil, con molti ingegneri qualificati di F1 riluttanti a stravolgere la loro vita trasferendosi in Svizzera. Binotto è ben consapevole di questo problema. “Quando si cerca di assumere in Inghilterra, si scopre che non è mai il momento giusto, perché i figli sono ancora a scuola, perché la moglie ha un lavoro, perché c’è ancora una casa da vendere”, ha detto. Ma l’ex team principal Ferrari è sicuro dei mezzi che dispone Audi ed è pronto a smentire le voci negative a riguardo. 

“Mi piace la Svizzera, lo sapete. Penso che sia un buon posto per lavorare, con un’alta qualità di vita, e anche il contesto familiare è positivo, perché c’è un alto livello di sicurezza. Penso che questo possa diventare il nostro vantaggio competitivo. Naturalmente, per attirare le persone, bisogna prima dare credibilità al proprio progetto. Non basta il nome, non basta l’Audi; servono anche azioni concrete, che stiamo realizzando. Un esempio è l’arrivo di Jonathan Wheatley [dalla Red Bull] e di alcuni sponsor che annunceremo; un altro è l’investimento che è stato fatto dal fondo del Qatar che garantisce il denaro necessario. Abbiamo iniziato con una nuova coppia di piloti, con un giovane come Gabriel [Bortoleto]. E presto assumeremo”, ha dichiarato Binotto. “Sono convinto che se ci incontreremo di nuovo tra un anno, la domanda sarà diversa: ”Come avete fatto ad attirare così tante persone?”

Nel frattempo, a Hinwil, l’Audi ha molto lavoro da fare per ammodernare le sue strutture, con la necessità di un nuovo simulatore. “Lavoriamo su molti fronti, non ce n’è uno solo, e devono procedere in parallelo”, ha detto Binotto. “Abbiamo bisogno di espanderci, quindi stiamo pensando di costruire nuovi edifici; poi abbiamo bisogno di più personale e di aumentare la nostra capacità produttiva interna. Chiunque conosca Hinwil sa che l’espansione del sito attuale non è facile, quindi dovremo uscire un po’ dal perimetro attuale”. Se si considera che Audi deve ottenere tutto questo essendo il primo costruttore di motori a entrare in F1 dopo il tentativo di Honda di dieci anni fa, l’intera sfida è mastodontica. Ma Binotto è sicuro: Audi avrà le carte in regola.

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