Lo spagnolo è molto critico per quanto riguarda quello che è accaduto in Q3 e si domanda a cosa servano qualifiche svolte in questo modo

Carlos Sainz prende posizione riguardo all’accaduto di oggi in Q3. Lo spagnolo della McLaren è l’unico ad aver completato l’ultimo tentativo, capendo prima degli altri che i tempi erano estremamente stretti e che sarebbe stato quasi impossibile riuscire a non prendere la bandiera a scacchi. Carlos è comunque stato molto chiaro nelle dichiarazioni successive, rivelando che non  si può ripetere ogni sabato la stessa situazione.

Penso sia normale il fatto che ci troviamo sotto investigazione dalla direzione gara. La Formula 1 è arrivata ad un punto molto vicino al ridicolo, specialmente dopo una qualifica del genere. Alcuni potrebbero essersi divertiti assistendo a tutto ciò, ma mi chiedo allora a cosa servano le prove. Io avevo comunque completato un giro mentre altri no. L’impressione è che proprio non ne avessero voglia. Il guadagno della scia va dal mezzo secondo ai sette decimi, ma ad essere onesti io preferisco completare il mio tentativo anche senza sfruttarla piuttosto che non farlo per niente nel tentativo di ottenerla. Avevo un margine di soli tre secondi e vedevo che gli altri non si muovevano, per cui mi sono deciso ad accelerare e ce l’ho fatta”.

I pensieri di Sainz jr sono facilmente condivisibi. In uno sport come questo cose del genere dovrebbero essere proibite per regolamento. La fase finale del Q3 è forse il momento più esaltante dell’intero fine settimana di gara e tutto è saltato proprio a Monza. Il gioco delle scie ha sempre contraddistinto le gare nel Tempio della velocità, ma quest’anno il concetto è stato estremizzato. Già a Spa si era visto qualcosa del genere, con i due della Mercedes che pur di farsi superare rischiarono di toccarsi a Stavelot. La speranza è che un GP tirato domani restituisca al pubblico lo spettacolo mancato oggi.

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