Esce oggi, 15 settembre, il nuovo documentario Netflix su Michael Schumacher che offre un ritratto intimo del sette volte campione del mondo di Formula 1.
“Un ritratto intimo del sette volte campione di Formula 1 Michael Schumacher”. Così Netflix presenta il docufilm dedicato all’ex pilota tedesco, campionissimo di tutti i tempi. Commozione e speranza sono nate quando il figlio, Mick, ha pubblicizzato la locandina giorni fa sui social. E ciò che si evince già da qualche ora, è che il progetto in suo onore, rappresenta una chiara e limpida riproduzione a 360° di ciò che era Michael Schumacher in pista e ciò che ha rappresentato anche al di fuori.
Da una parte, infatti, abbiamo il Michael pilota, vincitore di ogni record possibile e che ha portato alla gloria una scuderia come la Ferrari con un dominio assoluto. Dall’altra c’è Michael padre di famiglia, aprendo le porte ad una vita privata sempre custodita gelosamente, che ha dato tutto per la moglie Corinna e i figli Mick e Gina-Maria.
“Sentivo che era una persona speciale – spiega Corinna (la moglie) nel trailer – Penso che sia semplicemente molto forte mentalmente, estremamente forte, e ancora oggi ogni giorno mi mostra la sua forza. Stiamo insieme. Viviamo insieme. Facciamo terapia, tutto il possibile affinché Michael migliori e si senta a suo agio. Cerchiamo di portare avanti una famiglia come piaceva a lui”.
Il docufilm è stato diretto da Hanns-Bruno Kammertöns, Vanessa Nöcker e Michael Wech. La produzione vede un alternarsi di immagini di repertorio, filmati inediti e interviste esclusive per raccontare la vita di una leggenda.
E nel fare questo, sono tanti i nomi noti che hanno voluto partecipare per raccontare chi fosse davvero Michael. Tra loro: Jean Todt, Bernie Ecclestone, Sebastian Vettel, Mika Hakkinen, Damon Hill, Flavio Briatore, David Coulthard, Willi Weber, Luca di Montezemolo e Piero Ferrari.
Attraverso le intuizioni personali di piloti come Eddie Irvine, David Coulthard e Mark Webber, e dei giornalisti Richard Williams e James Allen, alleati dei membri della famiglia Schumacher, si apre la porta a come era veramente il campione di Formula 1. Ad esempio un pilota estremamente ultra-competitivo per tutta la durata della sua carriera in F1 sin dall’inizio. Un giovane Schumacher, ad esempio, spiega che ha scelto di correre per il Lussemburgo piuttosto che per la Germania nei Campionati Mondiali Junior Karting quell’anno perché le qualifiche erano più economiche e, se avesse perso, non avrebbe rischiato la sua possibilità di andare ai campionati del mondo.
Ci sono anche ripetuti indizi sull’innata convinzione di non aver mai sbagliato, che era un tratto che circondava alcuni dei suoi momenti più controversi.
Questi tratti lo hanno reso un pilota da amare o odiare in base alle circostanze. Ma il sentimento profuso e condiviso da tutti gli amanti della Formula 1, è senza dubbio il rispetto per ciò che è riuscito a conquistare nella sua carriera, raggiungendo risultati incredibili.
Schumacher si è ritirato nel 2012, dopo aver vinto ben 91 Gran Premi. Dopo il terribile incidente dell’anno successivo non si è mai più visto in pubblico, e le sue condizioni di salute restano a oggi segrete per volere e rispetto della famiglia. Ma oggi il docufilm debutta 30 anni dopo il suo primo Gran Prix, quello del Belgio del 1991, riaccendendo i riflettori su una leggenda che del motorsport che non verrà mai dimenticata.