F1 – Come avrete sicuramente avuto modo di leggere negli scorsi giorni, la pausa estiva della Formula 1 si è aperta con alcune curiose dichiarazioni da parte degli uomini Ferrari, chiamati a rispondere alle critiche seguite all’ennesimo Gran Premio fallimentare di questo 2022.

In particolare, è stato Mattia Binotto, team principal del cavallino rampante, ad esporsi più di tutti pubblicamente, affrontando a viso aperto le tante accuse piovute dai media.

Secondo Binotto, le decisioni prese dal muretto box della Ferrari (il principale bersaglio delle critiche) sono state fino ad oggi totalmente comprensibili e razionali, giustificate dalle difficili situazioni di gara in cui il team si è trovato a dover operare nel corso della stagione.
Durante le varie interviste rilasciate negli scorsi giorni, Binotto si è preoccupato in particolar modo di difendere gli uomini della rossa, prima ancora del loro operato.

“Il nostro è un grande gruppo di lavoro”, ha sempre ripetuto l’ingegnere originario della Svizzera, scongiurando in qualsiasi modo un possibile cambiamento sul fronte dell’organico.
La strenua difesa dell’attuale squadra da parte di Binotto nasconde in realtà la volontà di preservare l’integrità di un gruppo e di un’idea portata avanti fin dal 2019 da Binotto stesso. Un’idea nata proprio con l’avvento a capo della scuderia del tecnico svizzero, che dal primo momento in cui ha potuto dirigere la squadra ha voluto a tutti i costi puntare su un gruppo di lavoro dal nucleo prettamente italiano e dalla forte identità ferrarista. La volontà e l’obiettivo, per certi versi anche raggiunti in questo quadriennio “binottiano”, è sempre stato quello di risvegliare un senso di appartenenza nei confronti del Cavallino, a lungo rimasto sepolto sotto la coltre di una gestione troppo aziendalista.

Sotto questo punto di vista, e con lo sbocciare di un talento cristallino e ferrarista nel midollo come Leclerc, il lavoro svolto da Mattia Binotto è stato senza dubbio encomiabile.
Il vero problema in realtà, il motivo per cui oggi la Rossa si ritrova sommersa di critiche invece che di elogi, è da imputarsi prevalentemente alla pista e a come un eccellente progetto come la F1-75 (pur sempre nato sotto la guida di Binotto) sia stato in malo modo dissipato con scelte tutt’altro che perfette.
Ed è proprio il continuo giustificare di queste scelte, apparse a chiunque come errate, che manda su tutte le furie i tifosi della Scuderia, ormai schierati in massa contro il proprio Team Principal.
L’atteggiamento di Binotto si pone in difesa dell’operato suo e dei suoi uomini, in chiara contrapposizione alla politica colpevolista di cui la Ferrari è stata per tanto tempo accusata. Politica che è stata, tra l’altro, causa di una serie di diatribe e allontanamenti nocivi per la scuderia di Maranello (per informazioni, chiedere ad Aldo Costa…).

La riflessione che ci auguriamo possa essere fatta dagli uomini della Rossa in questa lunga pausa estiva riguarda proprio l’aspetto gestionale del gruppo, nella speranza che in un futuro non troppo lontano possano essere colmate, pur senza stravolgimenti dell’ultima ora, le lacune di questa squadra, apparse finora davvero troppo evidenti.

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