F1 – Ancora poche settimane e vedremo finalmente la nuova Ferrari di Frederic Vasseur in azione. Per la prima volta dai tempi di Jean Todt, non sarà un italiano a guidare la scuderia più prestigiosa del mondo (sebbene Binotto sia nato in Svizzera), bensì un francese. La dedizione e l’organizzazione del lavoro, considerati alcuni dei punti deboli della precedente gestione Ferrari, rappresentano per Vasseur i punti saldi per arrivare al successo in Formula 1. La strategia del tecnico francese per ottimizzare ogni singolo reparto della squadra consiste infatti nella specializzazione estrema degli ingegneri all’interno delle rispettive aree di competenza.

In una recente intervista rilasciata a Racecar Engineering, Vasseur ha spiegato in maniera esaustiva il suo progetto:

“La Formula 1 si sta evolvendo in un modo che si adatta meglio agli ingegneri specializzati rispetto a quegli individui che possiedono una visione d’insieme di una particolare area. Tuttavia, insieme a questo è sopraggiunto il bisogno di coordinare in maniera efficace gli specialisti che in precedenza sarebbero stati in grado di fare molto più rispetto ad oggi. Questo cambia in maniera pesante la struttura delle squadre e i risultati dello sviluppo in termini di velocità.

“Un altro trend riguarda quello delle nuove generazioni che stanno entrando nelle squadre di Formula 1. Questi ragazzi hanno punti di vista totalmente nuovi, loro si approcciano alla tecnologia e alla fisica rispetto agli ingegneri delle generazioni precedenti. Proprio per questo, è fondamentale avere una grande esperienza per coordinare e gestire nella mia maniera più efficace possibile, facendo in modo che i differenti punti di vista non interferiscano tra di loro”.

La visione di Vasseur si differenzia dunque notevolmente da quella espressa solo pochi giorni fa da Matt Harman, Direttore Tecnico dell’Alpine. Il punto di vista del tecnico inglese, infatti, pone in primo piano l’intercambiabilità e la varietà di competenze degli ingegneri delle scuderie, in maniera tale da poter ampliare la visione d’insieme dell’intera squadra. “Al momento siamo limitati come personale e abbiamo deciso che vogliamo che le persone siano multidisciplinari”.

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