F1 – La rincorsa al titolo mondiale di Formula 1 da parte di Charles Leclerc e della Ferrari sembra ormai un’impresa impossibile.
Il distacco dal leader della classifica piloti Max Verstappen ammonta ora a 80 punti, una cifra che, a nove gare dal termine del campionato, è praticamente irrecuperabile.
L’attuale condizione della scuderia di Maranello non è però imputabile, come ben sappiamo, alle prestazioni della monoposto, da subito apparsa estremamente competitiva, bensì alla gestione dei weekend di gara. A fare la differenza con la Red Bull sono state le decisioni prese nei momenti critici dei Gran Premi: le strategie, i pit-stop effettuati nella finestra giusta.
Tutte queste situazioni, unite a una buona dose di sfortuna e a qualche errore da parte dei piloti, hanno condotto la Ferrari a dilapidare una stagione potenzialmente vincente.
Ma se a tutti può capitare un’annata storta (sebbene alla Ferrari ne siano particolarmente soggetti), ciò che più preoccupa i tifosi è l’atteggiamento del team principal Mattia Binotto.
Nel corso di alcune recenti interviste, infatti, Binotto si è lasciato andare a qualche dichiarazione che ha fatto storcere il naso a non pochi appassionati.

Mattia Binotto Ferrari F1



“Credo che ci sia sempre una maniera per migliorare”, ha detto il Team Principal in un’intervista concessa ad Autosport. “Non puoi essere perfetto, non lo sarai mai. Quindi non ho dubbi, dobbiamo migliorare su tutto: aerodinamica, telai, power unit, strategie e tutto quello che possiamo. Ma detto ciò, credo che abbiamo una grande squadra per quanto riguarda le strategie, e non credo che sia una nostra debolezza”.
La “grande squadra” delle strategie Ferrari ha prodotto in queste prime dodici gare più errori di quanti non ne abbiano commessi tutti gli altri nove team messi insieme. Ma non è tanto la quantità di errori del muretto italiano a fare spavento, quanto il peso specifico degli stessi. L’assurdità delle scelte prese in alcuni Gran Premi ha lasciato tutti gli addetti ai lavori, piloti in primis, letteralmente di stucco.
I più noti e clamorosi errori sono stati senza ombra di dubbio quelli commessi a Montecarlo, a Silverstone e a Budapest. Tre gare nelle quali Charles Leclerc è stato letteralmente privato della vittoria.
A Monaco, terra natia di Leclerc, l’operato degli strateghi ferraristi è riuscito nell’impresa di trasformare una Pole position in un quarto posto, proprio in un circuito dove la partenza al palo equivale il 99% delle volte a un trionfo. Due cambi gomme in altrettanti giri hanno relegato il pilota classe ’97 ai piedi del podio, alle spalle anche del suo diretto rivale Verstappen, protagonista del suo peggior weekend stagionale.
In Inghilterra, invece, Leclerc rimonta dalla terza posizione fino alla prima, nonostante un danno all’ala anteriore ma potendo sfruttare i problemi di Verstappen. Giunto in testa alla corsa dopo una non facile trattativa col box per farsi dare senza duelli fratricidi la posizione dal ben più lento Sainz, il monegasco viene a tutti gli effetti sacrificato dalla Ferrari che, lasciandolo in pista in regime di Safety Car, lo getta in pasto ai suoi inseguitori, consegnando la vittoria a Sainz.
E arriviamo dunque all’ultimo, ma non per importanza, macroscopico errore degli uomini del cavallino rampante. Ancora una volta la classifica momentanea del Gran Premio vede Leclerc davanti a tutti con un buon margine sul più diretto inseguitore: con l’ennesimo colpo di genio degli strateghi in rosso, però, al monegasco viene anticipatamente e scelleratamente montato un treno di gomme dure, dimostratesi pessime durante tutto l’arco del weekend. Leclerc precipita così alle spalle di Verstappen (vincitore dopo essere partito decimo), Hamilton, Russell, Sainz e Perez, terminando in sesta posizione una gara con tre pit stop.

Ma tutti questi errori, oltre agli sciagurati danni causati, hanno in comune un altro elemento: la preoccupante fermezza con la quale vengono quotidianamente giustificati proprio dal grande capo della Ferrari F1 , Mattia Binotto.
“Magari voi potete vedere Monaco, Silverstone e Paul Ricard come errori, ma io non li vedo come tali. Abbiamo preso le decisioni giuste. Tutt’ora sono convinto che abbiamo preso le decisioni giuste, che magari si sono poi rivelate sfortunate, ma che comunque non erano sbagliate. A volte i nostri strateghi fanno grandi cose, anche migliori della concorrenza. In Austria ad esempio abbiamo fatto la strategia giusta, mentre i nostri rivali no. In Francia prima dell’errore di Leclerc avevamo la strategia migliore. Per fare queste scelte devi essere non solo forte, ma anche coraggioso”.
Leclerc, dopo gli errori commessi, ha sempre avuto il merito di riconoscere le sue colpe.
In Ferrari di occasioni per ammettere gli sbagli ne hanno avute a centinaia, senza sfruttarne nessuna.
Errare è umano, ma perseverare…

Scrivi

Formula 1 - Notizie F1, News Auto