Il penultimo appuntamento dell’anno, di scena sul circuito brasiliano di Interlagos, regala sorpassi e spettacolo, che alla fine premiano Lewis Hamilton, per la seconda volta vincitore sul tracciato dell’autodromo Carlos Pace, precedendo Verstappen e Raikkonen.
L’inglese deve sicuramente ringraziare la follia di Ocon, pilota Mercedes, che, da doppiato, prova un sorpasso assurdo ai danni del pilota olandese, in quel momento saldamente in prima posizione, portandolo al testa coda e al danneggiamento del fondo, rovinando irrimediabilmente la sua gara. Alla fine, a festeggiare non è solo il pentacampione anglo caraibico, ma è anche la Mercedes, che conquista il quinto titolo costruttori consecutivo, con una gara d’anticipo, continuando un dominio tecnico che ha pochi eguali nella storia della Formula 1.
La Ferrari, che aveva l’obiettivo di continuare a credere nel titolo costruttori, conclude l’ennesima stagione senza soddisfazioni, anche se la SF71H è il risultato di un grande progetto, probabilmente il migliore degli ultimi dieci anni.
Tuttavia, la scuderia italiana raccoglie quest’oggi molto meno di quanto ci si potesse aspettare alla vigilia, con una vettura lontana dalle prestazioni della Red Bull, apparsa sicuramente come la migliore in questa giornata, con problemi di gestione degli pneumatici sia soft sia medi, con relative difficoltà a trovare il ritmo giusto. Ulteriori incognite sono sorte intorno alla vettura numero 5 di Vettel che ha accusato sin dall’inizio un problema ad un sensore, costringendolo ad un passo gara non velocissimo.
Gara subito in salita per i due Ferraristi, dove la strategia di partire con gomme soft non paga, sia perché in partenza entrambe le SF71H mancano in termini di grip, con Vettel subito sopravanzato da Bottas, sia nei primi dieci giri di gara con le gomme rosse molto più performanti dal punto di vista del ritmo che permettono alla Mercedes e alla Red Bull di avere vita facile sui due piloti Ferrari che, dopo poche tornate, si ritrovano in quarta e quinta posizione, con Ricciardo subito dietro, nonostante fosse scattato dall’undicesima casella.
Con il senno di poi si sarebbe potuto pensare di partire con la mescola più morbida, soprattutto se si tiene conto del fatto che gli innumerevoli giri passati dietro Bottas dal duo Raikkonen-Vettel ha non poco compromesso la gara della Ferrari, che giro dopo giro non solo vedeva la prima posizione sempre più lontana, con il finlndese della Mercedes che viaggiava circa sei decimi più lento della coppia di testa Hamilton-Verstappen, causa problemi di blistering sulle ruote posteriori, ma anche velocizzavano il processo di consumo delle mescole, le quali, stando alla strategia Ferrari, sarebbero dovute durare molto di più. Anche quest’oggi ritorna in maniera molto determinante la discussione sui fori sulle sospensioni della W09, chiusi dal Gran Premio delle Americhe per evitare eventuali squalifiche, e come d’incanto, da quell’appuntamento ad oggi la Mercedes ha sofferto costantemente di blistering. Inoltre, ancora una volta, la Ferrari sbatte contro il muro Bottas, che quando vede il rosso della scuderia italiana fa sempre le spalle larghe, difendendo, a costo di rovinare la sua gara, la posizione fino alla fine.
Solo dopo innumerevoli giri Raikkonen riesce a sopravanzarlo, conquistando così il podio, mentre Vettel, come già è successo tante volte quest’anno, è stato costretto a rimanere dietro gli scarichi della vettura numero 77. Infine, dato da non sottovalutare nell’ottica dell’intero fine settimana, è stato quello relativo alla mancata penalizzazione non comminata ai danni di Lewis Hamilton per quanto accaduto durante le qualifiche. Sia la Ferrari sia, soprattutto Vettel, sono stati più volte penalizzati da parte della Federazione per irregolarità rispetto al regolamento e, anche questa volta, beffardamente, il pilota tedesco ha subito una reprimenda per non aver spento il motore durante il controllo a sorpresa nella Q2, mentre, in pista, il pilota inglese si rendeva protagonista di comportamenti non proprio corretti danneggiando prima il giro veloce di Raikkonen creando “impiding” e poi mettendo fuori pista in maniera pericolosa Sirotkin.
Ritorna quindi di attualità la gestione da parte dei commissari di gara delle penalità e ancora una volta sono la Mercedes, Bottas ed Hamilton a trarne i maggiori vantaggi. La Ferrari, oltre a migliorare dal punto di vista tecnico, deve ritrovare quel peso nella politica della FIA che gli spetta, perché se questa è la realtà, per la scuderia italiana riportare dei titoli a casa risulta essere ancora più complesso.
Francesco Saverio Falco