Il brasiliano accusa la FIA e i vertici dell’epoca di aver insabbiato lo scandalo del GP di Singapore 2008, negandogli il titolo mondiale.
Felipe Massa non si arrende. A 17 anni di distanza dal celebre Crashgate, il pilota brasiliano ha avviato una causa legale da 82 milioni di dollari per i danni subiti nella perdita del Mondiale 2008, vinto da Lewis Hamilton per un solo punto. Al centro della disputa c’è la gara di Singapore, falsata – secondo la sua tesi – dall’incidente provocato volontariamente da Nelson Piquet Jr. su ordine del team Renault.
Il cuore della causa Massa
L’azione legale, avviata ufficialmente il 28 ottobre 2025, punta a dimostrare che la FIA e i vertici della Formula 1 dell’epoca — in particolare Max Mosley e Bernie Ecclestone — fossero a conoscenza del sabotaggio già nel 2008, ma decisero di non intervenire per “proteggere l’immagine dello sport”.
Secondo Massa, quel silenzio avrebbe alterato la regolarità del campionato, impedendogli di vincere il titolo che – senza la Safety Car artificiale di Marina Bay – gli sarebbe spettato di diritto.
Le rivelazioni di Ecclestone e la riapertura del caso
L’origine del nuovo filone giudiziario risale a un’intervista rilasciata nel 2023 da Bernie Ecclestone a F1 Insider.
L’ex patron della F1, oggi 95enne, aveva ammesso:
“Max Mosley ed io fummo informati durante la stagione 2008 di quanto accaduto a Singapore.
Piquet Jr. aveva detto al padre di essere stato costretto a schiantarsi per far uscire la Safety Car e aiutare Alonso.
Decidemmo di non fare nulla per proteggere lo sport da uno scandalo.”
Parole pesanti, che hanno spinto Massa a riaprire un capitolo che sembrava chiuso. Il Crashgate portò allora alla squalifica a vita di Flavio Briatore e Pat Symonds, rispettivamente team principal e direttore tecnico Renault. Le sanzioni furono poi annullate da un tribunale francese, permettendo a entrambi di tornare nel paddock negli anni successivi.

Gli obiettivi della causa: giustizia o risarcimento?
Massa e il suo team legale puntano non solo al risarcimento economico, ma anche a un riconoscimento morale e sportivo: la possibile revisione del titolo 2008.
Una prospettiva complicata dal punto di vista regolamentare, ma che potrebbe aprire un precedente storico.
In gioco, oltre agli 82 milioni richiesti, c’è la credibilità della FIA e la gestione etica dello sport in uno dei suoi momenti più controversi.
Un processo simbolico per la storia della Formula 1
La prima udienza si terrà a Londra, dove verranno ascoltate le testimonianze chiave e analizzati i documenti riservati dell’epoca.
Sebbene sia improbabile una modifica formale dell’albo d’oro, la battaglia di Massa potrebbe ridefinire il modo in cui la Formula 1 affronta i propri errori storici.
Fonte: planetf1


